Riccardo Scamarcio il primo maggio torna al cinema con "Sei fratelli", la storia di una famiglia allargata. La sua, nella realtà non è stata così. A La Repubblica l'ha raccontata: «Mio padre e mia madre sono stati insieme finché lui ci ha lasciati. Una famiglia canonica, ma con turbolenze. Con i miei due fratelli siamo uniti, ma abbiamo subito il contraccolpo della perdita di papà, che ci ha fatti scricchiolare. Poi per fortuna e per necessità ci sentiamo tutti i giorni».
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Il racconto
Un padre esempio per Riccardo: «Era ossessionato dal concetto di onestà, l’essere un uomo di parola.
Un mondo che ha scelto con vittorie e sconfitte:«Ho vissuto momenti di sconforto e di sconfitta vera, ad esempio rapporti difficili con registi. Ma mi riconosco di essere stato bravo perché ho sempre preso la strada più difficile. Quando ho preso schiaffi, e ne ho presi belli forti, era perchè magari dietro c’era un’ambizione troppo alta, che non mi potevo permettere in quel momento. Ma mai perché ho accettato di fare la pubblicità, fare soldi con i social. La vera sconfitta è rinunciare agli ideali».
Riccardo a La Repubblica non nasconde di aver sempre preso posizione su temi politici e sociali. «Pagandone un prezzo, qualche volta salato. Chi esprime il proprio pensiero in maniera libera è poi oggetto di critiche, anche pesanti e che fanno soffrire, soprattutto quando le tue intenzioni vogliono, come nel mio caso, accendere l’attenzione. Magari dico anche cose sbagliate, però punto a far riflettere, accendere un faro sull’umanità, che mi sembra sia la cosa più a rischio in questo momento».