Giugliano, la collina di pneumatici «bonificata» con un rogo

Ignorate le denunce, poi l’incendio e i veleni nella zona di Lago Patria

La colonna di fumo tossico di a Lago Patria
La colonna di fumo tossico di a Lago Patria
di Maria Rosaria Ferrara
Venerdì 3 Maggio 2024, 08:24 - Ultimo agg. 09:27
3 Minuti di Lettura

Una distesa di pneumatici. Ecco cosa mercoledì 1 maggio è andato in fiamme e ha infestato l’aria per chilometri a Giugliano e dintorni. Una nube tossica così densa non si vedeva ma soprattutto non si respirava da tempo. Mercoledì, all’altezza di Lago Patria, lungo la Circumvallazione esterna, in direzione Giugliano centro è andato in scena il disastro.

Un disastro annunciato. Di quella stradina dell’Asse a scorrimento veloce ne hanno parlato attivisti e non solo per mesi provando a lanciare un allarme, ma nulla è stato fatto. E chi conosce questo territorio sapeva bene che l’epilogo di quelle denunce sarebbe stato questo: un mega rogo tossico che avrebbe appestato l’aria di svariati comuni. 

A nulla sono valse le denunce degli ambientalisti ma anche dei consiglieri comunali, come Luigi Sequino che aveva protocollato lo scorso marzo un documento dove segnalava la pericolosità del luogo. Nel giorno della Festa dei lavoratori chi rincasava da una giornata all’insegna del relax, magari trascorsa lungo la fascia costiera giuglianese, si è trovato dinanzi uno scenario di guerra. La strada impercorribile, una muraglia di fumo invalicabile, l’odore acre, la fitta la nube tossica.

Il disastro

Gli automobilisti sono stati costretti a interrompere la marcia come mostrano alcuni filmati diffusi sui social. Il rogo era visibile a diversi chilometri di distanza. «A nulla valgono segnalazioni e denunce che il più delle volte ottengono il solo risultato di aprire il grottesco balletto di competenze tra i vari enti che si rimpallano le responsabilità - denuncia l’attivista Francesco Taglialatela Scafati che da tempo sui social posta foto che testimoniano lo sversamento della zona -.

Domenica verrà a Lago Patria il Presidente della Regione De Luca, spero che qualcuno gli parli anche di ciò».

Video

Sul caso è intervenuto anche il comitato Kosmos: «Si tratta purtroppo di una decisione politica che parte dal presupposto che le condizioni di salute delle persone che vivono nella Terra dei fuochi valgono meno dell'investimento economico necessario ad arginare il problema». La strada dove sono state appiccate le fiamme è, o meglio era, lo sversatorio di ogni genere di rifiuto. Oltre alle decine di pneumatici, c’erano scarti di edilizia, frigoriferi, materassi, plastiche, tessuti, resti di svuotacantine. Un luogo isolato dal centro abitato, che ha favorito gli ecocriminali che indisturbati hanno sversato di tutto. In zona non esistono telecamere che avrebbero potuto riprendere gli autori dello scempio. 


Carta straccia

In questi mesi c’è stato anche un carteggio tra Comune di Giugliano, Regione, Anas e Sma Campania. Gli enti si sono scritti per capire di chi fosse la competenza per la rimozione di quei rifiuti. La Regione lo scorso marzo scriveva: «vista l’inerzia dell’Anas, se l’amministrazione comunale riterrà di far rientrare tale intervento nell’ambito della collaborazione con la Regione in tema di rimozione dei rifiuti, si manifesta la piena disponibilità della Regione ad intervenire in via sussidiaria».

Tornando al rogo, però, il maltempo del primo maggio non può far pensare a un incendio accidentale ma piuttosto alla presenza di una mano criminale che, come sempre, brucia le tracce degli sversamenti. Insomma, è la cronaca questa dell’ennesima tragedia ambientale e sanitaria in Terra dei fuochi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA