I Campi Flegrei hanno vissuto una notte insonne. Cittadini in strada, tendopoli improvvisate e la paura di migliaia di persone che vivono su uno dei territori più a rischio al mondo. Dopo la scossa delle 20:10 di 4.4, registrata come la più forte degli ultimi 40 anni, moltissime persone hanno deciso di passare la notte in auto o appoggiarsi ad uno dei punti di emergenza allestiti tra Via Napoli (Pozzuoli), Palatrincone (Monteruscello), Piazza a Mare (Pozzuoli) e Pala Errico (Pozzuoli). Già nella serata di ieri era stata annunciata la chiusura delle scuole del comune puteolano per effettuare tutti i controlli del caso e valutare i danni causati dalla crisi sismica della notte.
Diverso è stato l’approccio delle Università. Già nella serata di ieri, i rappresentanti degli studenti delle facoltà che hanno sede nella zona di Fuorigrotta (il Politecnico di Ingegneria, ad esempio) hanno iniziato a mobilitarsi per avere la possibilità di effettuare le lezioni a distanza. Essendo situati in zona a rischio, infatti, le strutture di Piazzale Tecchio, Monte Sant’Angelo, Nuova Agnano e Via Claudio, secondo quanto appreso dalle comunicazioni fatte dai rappresentanti degli studenti, saranno soggette nel corso della giornata a controlli di sicurezza per verificarne a pieno l’agibilità. La richiesta fatta dagli studenti non è solo legata alla sicurezza ma anche alla difficoltà di raggiungere le sedi.
Dopo che, inizialmente, i rappresentati degli studenti avevano proposto una modalità blended (mista), è stata resa ufficiale la decisione di spostare tutte le lezioni da remoto, in modo da favorire controlli e, quanto meno, diminuire il sentimento di panico generale. Previste in modalità mista, invece, le lezioni al nuovo Polo di San Giovanni a Teduccio. Le sedi situate nelle zone a rischio non sono state le uniche ad essersi mosse da questo punto di vista. Molti studenti dipartimenti del centro di Napoli (Mezzocannone, Palazzo di Vetro) hanno richiesto personalmente ai propri professori di effettuare lezioni a distanza o in modalità mista, soprattutto a causa dell’incertezza dei trasporti e per il clima di ansia generale che aleggia nelle ultime ore. La realtà è che ad eventi del genere non si è mai ben preparati. La paura delle scorse ore ha solo acutizzato un sentimento di incertezza con il quale i napoletani vivono costantemente. Un sentimento con cui, sfortunatamente, bisogna imparare a convivere.