Generazione No Kids, perché le coppie giovani non vogliono figli?

«I dati riguardanti la natalità in Italia sono preoccupanti, nel 2023 un nuovo minimo storico con circa 375mila nati»

Genitori e figli
Genitori e figli
di Clara Lacorte
Martedì 21 Maggio 2024, 14:29
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Negli ultimi anni in Italia si sta riscontrando un sempre più incisivo calo delle nascite. Ad essere protagonisti del fenomeno ed oggetto di analisi, ovviamente, sono le nuove generazioni, le quali scelgono di non avere figli o perché non lo reputano un progetto di vita a loro affine, o perché le condizioni sociali e lavorative non consentono loro di fare tale passo. Quale che sia la motivazione,  In Italia il problema delle nascite è divenuto sempre più allarmante. I dati parlano chiaro: rispetto al 2022 le nascite sono calate di14mila unità (il 3,6% in meno) mostrando il lungo inverno demografico del nostro Paese.

«I dati riguardanti la bassa natalità in Italia sono purtroppo molto preoccupanti, nel 2023 abbiamo raggiunto un nuovo minimo storico di nascite con circa 375mila nati. Per capire l’impatto con questo fenomeno si può fare un confronto con il 2008 in cui avevamo circa 570mila nati e, quindi, abbiamo perso in quindici anni un nato su tre. Tale fenomeno, come vedremo dopo, ha conseguenze molto importanti sulla società. Un altro dato significativo è il numero medio di figli per donna, nel 2023 siamo scesi ad un numero di uno o due figli per donna. Per mantenere un equilibrio sarebbero necessari almeno due figli per coppia. Siamo, pertanto, molto lontani da una situazione di equilibrio» spiega Gianluigi Bovini, demografo e statistico che nel 2023, insieme a Franco Chiarini, ha pubblicato lo studio «Cercasi lavoratori - dell' Inverno demografico sul mercato del lavoro in Italia, in Emilia-Romagna e nella città metropolitana di Bologna». 

In Italia è presente un fenomeno detto childfree ovvero la scelta voluta e consapevole da parte delle nuove generazioni di non avere figli. Per la maggior parte dei giovani, infatti, sono cambiati i piani di vita, né per gli uomini, né per donne avere figli è una priorità.  Si è sempre più concentrati sulla carriera, sul lavoro e sulla propria soddisfazione e realizzazione personale. In questo contesto, dunque, i figli vengono visti come una sorta di impedimento alla realizzazione dei propri sogni. A questo bisogna poi aggiungere che fare un figlio oggi ha dei costi sicuramente più importanti che rispetto al passato, non si può negare che questo porti ha scoraggiare le nuove generazioni. Ma le motivazioni non sono soltanto egoistiche, una delle ragioni più importanti che spingono le coppie a non fare figli sono legate all'ambiente. La paura di mettere al mondo figli in un mondo danneggiato e senza futuro, spinge diversi giovani a non considerare più il fare figli come una priorità. Non sempre però la motivazione principale che guida le coppie no kids rientra nell'aspetto puramente economico. Ad imporsi rispetto a questa nuova mentalità sono proprio le donne, le quali preferiscono dedicarsi alla carriera piuttosto che diventare mamme.

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Circa il 21% delle donne, infatti, afferma si non volere figli, mentre un 29% si dimostra debolmente interessata all'idea della maternità. Tirando delle brevi somme, quindi, circa il 50% potrebbe decidere di non diventare madre. Le motivazioni,  in questo caso, possono essere differenti: istinto materno debole, carriera, libertà di viaggiare e spostarsi. Se questa scelta è ovviamente riconducibile alla necessità di realizzarsi dal punto di vista professionale, non si può non considerare che lo stesso Stato non mette le donne nelle condizioni di potersi dedicare tanto alla famiglia quanto alla carriera. E se da un lato molti giovani decidono di non far figli perché vogliono, in un certo senso, godersi la vita, dall'altro un gran numero di coppie propendono verso tale scelta perché non ci sono abbastanza garanzie economiche e di sostegno alla donna ed alla famiglia.

«I dati a livello regionale ci mostrano che alcune Regioni meridionali come la Sicilia con 1,32 figli per donna, la Campania 1,28, la Puglia esattamente allineata al dato nazionale con 1,20 figli per donna.

Abbiamo poi Basilicata, Molise, Abruzzo e Sardegna con valori bassissimi. Il problema è europeo, in Europa l’Italia è una delle nazioni con i numeri più bassi. Le conseguenze, a medio e lungo termine,  sono purtroppo chiarissimi: meno nati oggi significa già da domani meno bambini che si iscriveranno nelle scuole dell’infanzia. Ma non solo, avremo circa un terzo di studenti in meno nelle scuole dell’obbligo, le scuole primarie e secondarie e progressivamente anche negli altri ordini di istruzione. Quindi, c’è sicuramente un impatto potente anche sul numero di lavoratori del domani» conclude Gianluigi Bovini.  

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