«In giro tra gli ospedali di Salerno e Mercato San Severino per un esame istologico»

I fatti si riferiscono a qualche giorno fa quando la signora cavese si è recata all’ospedale per una colonscopia, nel corso della quale sono stati rimossi alcuni polipi

Il Ruggi
Il Ruggi
di Simona Chiariello
Giovedì 16 Maggio 2024, 07:00
3 Minuti di Lettura

Viene sottoposta a polipoctemia al colon e poi è costretta a peregrinare tra ospedali, cup ed ambulatori per conoscere l’esito dell’esame istologico. Una sorta di “fai da te” diagnostico per la mancanza di un servizio di collegamento tra due ospedali della stessa azienda sanitaria. È la storia che vede protagonista una signora cavese P. V di 62 anni, anche se potrebbe essere la disavventura di tanti pazienti a cui è toccata la stessa sorte. Gli ospedali in questione sono il Fucito di Mercato San Severino e il Ruggi di Salerno.

I fatti si riferiscono a qualche giorno fa quando la signora cavese, accompagnata dal marito, noto professionista cavese, si è recata all’ospedale di Mercato San Severino per una colonscopia, nel corso della quale sono stati rimossi alcuni polipi. «Dovevo fare una colonscopia di controllo - racconta la signora cavese, che preferisce restare nell’anonimato - e mi sono rivolta all’ospedale Mercato San Severino che può vantare di specialisti molto bravi in questo campo». Fatta la colonscopia arriva la sorpresa che non riguarda tanto l’esito, perché la presenza di formazioni (i cosiddetti polipi) sono molto frequenti, quanto al prosieguo. «Mi hanno asportato due polipi - continua a raccontare la donna - che dovevano poi essere analizzati per conoscere la loro natura. C’era bisogno di un esame istologico. Io e mio marito pensavamo che il materiale da analizzare fosse mandato direttamente dall’ospedale di Mercato San Severino alla divisione di anatomia patologica del Ruggi, visto che si tratta della stessa azienda ospedaliera.

Ed invece non è stato così». E la donna continua: «Mi è stato detto che dovevo provvedere io ad analizzarli».

Le possibilità erano e sono tutt’ora due: «Potevo rivolgermi ad un centro privato, sostenendo una spesa sostanziosa e tra l’altro non sapendo quale scegliere per questo tipo di esame, oppure seguire l’iter con il Ruggi di cui il Fucito è un presidio satellite. Io e mio marito abbiamo optato per la seconda scelta e abbiamo iniziato un vero e proprio pellegrinaggio tra cup ed interminabili file e la ricerca della divisione giusta. Io mi chiedo come è possibile tutto questo? Come avrebbe fatto un anziano o chi non ha dimestichezza a rimbalzare da un ufficio all’altro alla ricerca di quello giusto». Ma non è finita qui: «Per avere i risultati - spiega la signora - bisogna attendere una ventina di giorni e chiamare per sapere se i risultati sono pronti».

Video

E ammette: «Stando in fila, ho ascoltato tanti disagi da parte di altri pazienti e credo che molti di questi non siano frutto solo di carenze e scarse risorse economiche, ma anche di una cattiva organizzazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA