Campania, insegnare stanca:
in aumento i prof inidonei

Campania, insegnare stanca: in aumento i prof inidonei
di ​Gianluca Sollazzo
Venerdì 18 Novembre 2016, 07:30 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 10:31
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Lavorare nella scuola stanca e soprattutto ammala. E’ allarme per l’aumento di docenti classificati come inidonei all’insegnamento. Nell’arco di un anno si è triplicato il numero di esoneri temporanei e permanenti soprattutto di maestre salernitane impegnate per anni ad educare alunni delle scuole dell’infanzia ed elementari. E’ quanto emerge da una fotografia del trend di inidoneità riconosciute dall’amministrazione scolastica provinciale che ogni anno si trova a fare i conti con richieste di esonero o di allontanamento temporaneo dal servizio delle insegnanti. Quest’anno il dato ha raggiunto una impennata considerevole rispetto a 12 mesi fa.

Si è passati dagli 8 insegnanti inidonei del 2015 ai 20 registrati quest’anno. Nella maggior parte dei casi si tratta di maestre del primo ciclo dell’istruzione alle prese con problemi di salute che si sono aggravati nel corso degli anni. E tra i motivi alla base delle inidoneità accertate da una commissione medica c’è anche il fattore legato a mansioni usuranti, come l’indebolimento delle corde vocali e la stanchezza fisica e mentale. E’ bastato un anno per sancire una impennata di casi di allontanamenti volontari dall’insegnamento, forse perché insegnare è diventato più difficile o forse perché il livello di anzianità ha raggiunto picchi decisivi. Tra le inidoneità c’è chi ha 63 anni o chi ha superato i 50 anni e non ce la fa più. E’ fuga dalla scuola. Perché senza più forze da impiegare in progetti pomeridiani o perché semplicemente sfiancati da una anzianità di carriera che si ripercuote su condizioni di salute precarie. E’ fuga da una scuola che, forse, non riesce più a intercettare gli stimoli di docenti, ormai, troppo in là con gli anni. E’ la drastica, ma al contempo realistica, fotografia di uno scenario che non è passato inosservato negli uffici in via Monticelli del Provveditorato agli studi. E’ qui che da pochi giorni, sono state esaminate le più recenti condizioni di un contingente di insegnanti di scuola materna, elementare e media che hanno espresso la volontà di abbandonare l’insegnamento. L’ultima apertura di un fascicolo di inidoneità è stato richiesto da un docente a fine ottobre. E’ quindi una ondata di istanze di richieste di allontanamento “temporaneo” e in alcuni casi “definitivo” da quelle cattedre ricoperte per anni da insegnanti e prof che si sono spesi per l’accrescimento delle qualità formativa degli studenti salernitani. Tra i 20 docenti inidonei si registra una elevata percentuale di richieste a transitare ai ruoli amministrativi Ata, cioè il lavoro di segreteria. Mentre c’è chi tra i docenti è stato esonerato temporaneamente fino al 30 giugno per motivi legati a casi di malattie serie. Ma ad incidere nell’80% è l’aggravamento di salute legato prevalentemente alla vecchiaia e alla carriera usurante soprattutto nell’infanzia. 

endolari, anziani e talvolta con decenni di carriera alle spalle. Ma che oggi non ce la fanno più a proseguire. Il caso è al vaglio del personale che di concerto con l’autorità sanitaria provvederà, come stabilito dalla normativa, ad analizzare le singole posizioni dei docenti. Un trend che ha accesso evidentemente una spia rossa analizzata con attenzione da settimane. “Lavorare stanca, oggi il mestiere è diventato più logorante – ammette un funzionario del provveditorato – e questo accade in particolare nei primi cicli dell’istruzione”. E il fenomeno va analizzato ancora più attentamente se si raffrontano i casi analizzati negli anni scorsi: nell’anno scolastico 2013-2014 sono stati “solo” 4 i procedimenti di idoneità professionale passati al vaglio della amministrazione scolastica di via Monticeli, mentre l’anno precedente se ne contavano appena tre. Quindi si evince chiaramente come il picco degli esoneri dalla cattedra sia in netta ascesa a partire dall’attuale anno scolastico. “Stiamo chiaramente riscontrando questo fenomeno – ammette Renato Pagliara, direttore dell’Ufficio scolastico – dopo anni e anni di lavoro, tra spiegazioni e sforzi mentali senza dimenticare quelli fisici prevalentemente nelle scuole dell’infanzia, si prospetta un quadro sempre più usurante col passare del tempo”.

In un anno triplicato il numero degli addii a lezioni e cattedre. E sembra che il trend non accenni a fermarsi. “Faccio appello alle famiglie – chiude Pagliara - di aiutare gli insegnanti, di non parlare solo di patto scuola-famiglia per poi dimenticarlo quando si pretende sempre di più da un docente”. Tutto questo in una provincia dove l’età media dei docenti di ruolo oscilla tra i 45 e i 55 anni, mentre va ancora peggio per i docenti precari.
 
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