Oriana Fallaci: «Essere donne è una scuola di sangue: tutti i mesi offriamo a noi stesse il suo spettacolo odioso». Sibilla Aleramo: «L'organismo femminile... dinanzi ai suoi malesseri periodici si trova sempre indifeso e umiliato... Nessuna poetessa ancora, in un superamento eroico, ha analizzato questa condizione animale e sacra»: due modi di intendere il ciclo mestruale. E ha ragione la Aleramo: tanto che, ad «analizzare la «condizione animale e sacra», in tempi recenti è stato un maschio, il compianto Mattia Torre, morto nel 2019, a 47 anni (tra l’altro fu uno degli autori di «Boris»). Nel 2016 lo sceneggiatore, commediografo e regista romano scrisse «Perfetta», un monologo su quattro martedì di una donna, raccontati attraverso le differenti fasi del suo ciclo. Lo fece pensando alla sua amica Geppi Cucciari, che stasera e domani lo porterà al Bellini. A farle da cornice saranno le musiche originali di un suo conterraneo, Paolo Fresu, eccellente jazzista sardo.
Geppi, cominciamo proprio dal ricordo di Mattia: «Ho avuto la fortuna di conoscerlo ben prima di “Perfetta”, che è stato pensato per me, e per tutte le donne.
Attrice, comica, cabarettista, conduttrice radio e tv, scrittrice, la Cucciari qui manifesta non soltanto il proprio robusto temperamento, ma anche la duttilità espressiva: «Si sorride ma si riflette; perciò, ho preteso che lo spettacolo facesse tappa nei teatri di prosa. Il divertimento non è la sua caratteristica principale. Parlerei, piuttosto, di delicatezza: “Perfetta” è profondo, un po’ malinconico; e contiene un messaggio». Quale? «La mia protagonista è una venditrice di automobili, lavoro maschile; ha un marito e due figli, che hanno un nome, mentre il suo resta ignoto, perché, come dicevo prima, incarna l’intero universo femminile... e mi assomiglia anche, più di quanto non sembrerebbe». Donna impegnata, dunque: «È madre, moglie, lavoratrice, va in palestra, fa la spesa, cucina, ha una suocera con cui si relaziona periodicamente. La sua vita si ripete nella routine, ma lei nel ciclo vive i cambiamenti dettati dalle sue fasi».
Torre prende in esame quattro martedì del mese... «È stata la natura a crearle. I giorni si ripetono identici, ma lei li racconta in modo diverso perché è diversa la situazione psico-fisica in cui si trova. E sono tutti questi aspetti che rendono noi donne uniche: fragili sì, ma infinite, immense».
Il ciclo è un male o un bene? Senza dubbio esserne consapevoli fa la differenza: «Molte donne lo sono; le altre sanno le stesse cose per osmosi. Lo spettacolo ha molto da insegnare; celebra la vita, che dal ciclo nasce; e si prende qualche licenza: il mio personaggio è regolare mentre, nella realtà, spesso le fasi si sovrappongono; comunque sia, le spettatrici potranno identificarsi e gli spettatori impareranno a conoscere meglio le loro donne».
Come si sta evolvendo la storiaccia della truffa on line con l’uso del tuo volto? «Mi hanno associata a prodotti dimagranti, poi a pubblicità finanziarie... sono spaventata, ho postato avvisi sui miei social, ho avvertito la polizia, ma in molti mi ripetono che i responsabili non violano gli standard e le leggi. Non posso farci niente, se non mettere in guardia il mio pubblico: non c’entro nulla con quella roba». Domani, prima della replica al Bellini, ha accettato di incontrare, alle 16.30, i giovani attori e spettatori del Nest, teatro di frontiera, a San Giovanni a Teduccio: «Sì, ho accolto con piacere l’invito di Francesco Di Leva, che con i suoi soci svolge un ruolo prezioso in periferia. Onoro la parola data a un amico, che tanto ama la sua città. E io sono al suo fianco», conclude Geppi, forte anche del successo riscosso su Raitre con «Splendida cornice» con trovate come il tavolo tutto al femminile per parlare di Suv e impotenza, rispondendo/parodizzando la puntata di «Porta a porta» con soli uomini a discutere di aborto.