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Il parroco padre Kohn Joby tesse l’importanza della fede nell’omelia per i funerali di Anna Maria D’Eliseo, 60 anni, di Lanciano, trovata morta venerdì scorso nel garage - cantina della villa di famiglia in località Iconicella. Rito molto intimo, una quarantina di persone nella piccola chiesa gioiello della Madonna dell’Iconicella. La famiglia ha voluto una cerimonia strettamente privata e così è stato. La città li ha rispettati.
Presenti il marito Aldo Rodolfo Di Nunzio (indagato per omicidio) e i cinque figli Nunzio, Loana, Josephine, Giuseppe, Alnadona.
La liturgia della parola esordisce con la lettera di San Poalo ai Romani.
A fine esequie altre persone e personale scolastico hanno atteso il feretro fuori dal cimitero di Lanciano per salutare Anna. L’avvocatessa Elisabetta Merlino, che patrocina i figli come parti offese nell’inchiesta, commenta: «E’ stato un momento familiare intimo e in cui si sono raccolti insieme papà e figli, senza nessuna esclusione ed assenza. I figli hanno rinunciato a parlare. Col forte sentimento di smarrimento le parole non escono. Funerali con riflettori spenti perchè il messaggio per una cerimonia privata è giunto ai cittadini. Si è capito il dramma che stanno vivendo e nessuno è stato pressante e curioso. Ora si aspetta che le indagini siano in grado di fugare i dubbi sulle due ipotesi; presunti suicidio o omicidio. Anche per i familiari». Su come è morta la donna l’autopsia, svolta all’ospedale di Fermo, non ha chiarito cause e modalità. Gli accertamenti scientifici e tecnici proseguono. Peraltro mai trovato il punto dell’impiccagione e il gancio. Il marito Aldo, che l’ha trovata con i fili elettrici attorno al collo, è indagato per supposto omicidio volontario. Scoperta la tragedia l’ha posta a terra per rianimarla, ha sostenuto, prima di chiamare i carabinieri.
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