Installazione artistica in ricordo dell’oncologa Ester Pasqualoni uccisa da uno stalker

Installazione artistica in ricordo dell’oncologa Ester Pasqualoni uccisa da uno stalker
In occasione del quarto anniversario del femminicidio dell’oncologa di Roseto degli Abruzzi 53enne Ester Pasqualoni, lunedì mattina, nell’area esterna...

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In occasione del quarto anniversario del femminicidio dell’oncologa di Roseto degli Abruzzi 53enne Ester Pasqualoni, lunedì mattina, nell’area esterna dell’ospedale di Sant’Omero, in provincia di Teramo, verrà inaugurata un’installazione artistica intitolata alla sua memoria. Un’opera del maestro Francesco Perilli donata dal Lions club Val Vibrata. Era il pomeriggio di quel mercoledì 21 giugno 2017 quando l’oncologa, a fine turno, incrociò il suo assassino, Enrico Di Luca, 69 anni, ex investigatore privato. Con una rabbia inaudita l’uomo la colpì a morte più volte lasciandola a terra, nel parcheggio dell’ospedale, in una pozza di sangue. Un agguato teso dopo anni di persecuzioni che erano state anche denunciate. I due si erano conosciuti in passato, in occasione di una visita medica, ma Di Luca aveva frainteso quell’amicizia tant’è che da quando Ester gli aveva comunicato di aver iniziato una relazione con un uomo, il 69enne aveva cominciato ad inviarle sms ed e-mail minacciosi.

Esclusivo/Gli sms dello stalker a Ester: «Senza di te la mia vita è solo buio»

Fino a quando, nel 2014, lei non si è era decisa a presentare un esposto al commissariato di Atri che purtroppo, però, non è riuscito a fermarlo. Una vicenda, l’ennesima, finita nel peggiore dei modi con la dottoressa uccisa a colpi di roncola e lui morto suicida, ritrovato il giorno dopo il femminicidio, in un appartamento a Villa Rosa di Martinsicuro di cui aveva la disponibilità. L’ipotesi è che Di Luca si sia tolto la vita, strangolandosi sotto al letto con due fascette auto stringenti legate alla spalliera del letto, il giorno stesso in cui ha ucciso la donna per la quale aveva perso completamente la testa. Un delitto che ha lasciato un segno profondo nell’intera provincia, che merita di essere ricordato per prevenire i femminicidi.
 

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Il Mattino