OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Lei, Alessia, 21 anni, fisico scolpito da lunghe ore di allenamento, fa la parte del fantasma: entrata in scena per una manciata di secondi, tanto è durata la tremenda aggressione a calci e pugni ripresa dalle telecamere della palestra Audacia di Pescara il 27 luglio scorso, e subito inghiottita da una nebulosa in cui si mescolano paura, riserbo di amici e investigatori, ma anche indifferenza dei più e incertezza di ruoli. Nonostante le evidenze e l’eloquenza delle immagini, non è stata lei a denunciare. Per procedere, i carabinieri hanno dovuto attendere un referto medico di aggravamento, che ha spianato la strada all’intervento di ufficio della Procura, con la corsia preferenziale del Codice rosso.
A lui, Edmond Xhafa, 48 anni, nome d’arte Edi, culturista piuttosto noto, una montagna di muscoli prestata al servizio d’ordine di discoteche e locali notturni, in questa storiaccia di cieca violenza di genere spetta di diritto il ruolo del cattivo.
Circuito interno
Cosa è accaduto in quei tremendi secondi del 27 luglio nella palestra Audacia, un tempio per i body builder di Pescara e dintorni, è fin troppo chiaro in base alle immagini del circuito interno. Sono le 15,30 di un giorno particolarmente afoso, tra bilancieri e macchine si aggirano pochi irriducibili. Alessia è nel fondo della sala; a un certo punto Edi Xhafa la raggiunge, facendosi largo a spintoni tra i presenti, e la centra con un primo pugno al volto. È un ko immediato al quale seguono calci contro la ragazza a terra, un crescendo che culmina con il lancio di una barra di ferro, normalmente utilizzata per allenare i muscoli dorsali, che Alessia evita per miracolo, riuscendo a barricarsi nel locale cucina. Le grida di aiuto sono disperate.
Meno netto, nonostante i progressi delle indagini e il punto fermo dell’arresto, è il contesto dell’aggressione. La voce che vuole i due legati da un rapporto malato, lei fortemente presa, lui visceralmente geloso, si scontra con la versione ufficiale dei carabinieri, che parlano di un corteggiamento insistente da parte dell’albanese, mai corrisposto dalla ragazza. Non spiega fino in fondo la determinazione a non sporgere denuncia, anche se a cose fatte, via Facebook, Xhafa è stato esplicito con i presenti: «Se mi denunciate vi ammazzo».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino