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Agevolazioni Tari per le utenze non commerciali dopo il salasso dell'ultimo piano tariffario. Per molti ma non per tutti. Ben 17 categorie commerciali restano fuori. Le altre 13, invece, beneficeranno sul conguaglio di fine anno e se in regola col tributo di un taglio della quota variabile della tassa rifiuti che va dal 100 per 100 al 30 per 100. La ratio viene specificata nella proposta per il Consiglio comunale che, su iniziativa dell'assessore alle Finanze, Vincenzo Cuzzola, arriverà domani alle 13 in aula: «La riduzione - si legge - appare coerente con la necessità di tener conto degli effetti economici generati dai provvedimenti di chiusura e restrizione delle attività, finalizzati a contenere l'epidemia da Covid 19».
Le agevolazioni, anche questo viene chiarito, «varranno solo per il 2021», e valgono in tutto 880.000 euro. Riduzioni, insomma, a chi è rimasto chiuso e - anche per questo - non ha prodotto spazzatura. Ecco chi è dentro e chi è fuori. Usufruiranno del taglio della quota variabile nella misura massima del 100 per cento, musei, biblioteche, scuole, associazioni e luoghi di culto, autorimesse, alberghi con o senza ristorante, e poi i più vessati di tutti: ristoranti, trattorie, osterie e pizzerie. Ma anche - e non si capisce più di tanto la ragione - negozi di tende e tessuti, tappeti o cappelli.
Restano invece totalmente fuori dalle agevolazioni una lunga sfilza di esercenti e partite Iva. Non si fanno sconti alle autorimesse, ai distributori di carburanti e agli impianti sportivi. Tantomeno alle case di cura, agli ospedali, agli uffici e alle agenzie, pure colpiti da ingenti rincari nel 2021. E nemmeno alle banche e agli istituti di credito.
Edicole, farmacie e tabaccai sono a zero come gli altri. Proprio come i banchi di mercato, le botteghe di falegname, di idraulico o di elettricista, i carrozzieri e l'elettrauto. Nella pandemia, hanno addirittura aumentato gli utili, e non avranno agevolazioni i supermercati. Così come - ma le differenze ci sono - le macellerie, le salumerie e le formaggerie. Stesso principio per gli ipermercati e i banchi di mercato di generi alimentari. Il provvedimento, che ha ottenuto l'ok dei revisori dei conti, va approvato necessariamente entro la prossima due giorni di Consigli comunali. La misura dovrebbe passare senza problemi con i voti della maggioranza. Sul punto, l'opposizione difficilmente darà battaglia. Restano invece aperte le questioni legate al piano di riequilibrio del Comune di Avellino e al Bilancio consuntivo 2020, ancora da approvare. Allo stesso modo, il previsionale atteso per la fine di luglio, a questo punto, slitterà ad agosto. L'adempimento contabile, però, è fondamentale per amministrare i processi e sbloccare l'attuale stallo. Come spiegato dall'assessore Cuzzola senza il previsionale, il Comune non può investire nemmeno un euro sulle questioni delicate aperte in città.
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