Alternanza scuola-lavoro, è scontro tra la dirigente e Rifondazione comunista

Dopo la denuncia del comitato studentesco, continua lo scontro tra la dirigente e gli esponenti della sinistra avellinese

L'ingresso dell'istituto De Luca di Avellino
Scontro aperto tra Rifondazione Comunista e la preside dell’istituto De Luca Maria Rosaria Siciliano. «È autoritario e violento (oltre che ipocrita), infatti,...

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Scontro aperto tra Rifondazione Comunista e la preside dell’istituto De Luca Maria Rosaria Siciliano. «È autoritario e violento (oltre che ipocrita), infatti, invocare, da un lato, la libertà di scelta di alunne ed alunni riguardo alla partecipazione agli stands dell’Istituto in occasione dei mercatini natalizi e contestualmente prospettarne la bocciatura in caso di rifiuto», si legge in una nota della Federazione provinciale di Rifondazione. La preside invece contesta, insieme ai rappresentanti di istituto la presa di posizione del collettivo studentesco irpino e di Rifondazione che avevano criticato la decisione di far partecipare gli allievi ai mercatini di Natale in piazza Libertà.

I rappresentanti di istituto fanno però sapere: «Non ci sentiamo sfruttati perché non lo siamo, non vendiamo ma illustriamo alla cittadinanza i processi formativi dei prodotti in vendita realizzati dall’azienda Creart che non ha nulla a che fare con i fondi dell’Istituto». A firmare i rappresentanti della consulta provinciale, quelli classe e di istituto del liceo artistico e la dirigente.

Nella nota, Rifondazione continua: «È autoritario e violento (altro che  libero confronto) anche soltanto minacciare di querela studenti e studentesse, per lo più minorenni, solo per aver essi/esse  espresso idee e manifestato un'attitudine critica nei confronti di alcune scelte della propria scuola. È autoritario e violento coprirsi dietro il paravento della legge (una legge  pessima e perniciosa, come recenti accadimenti purtroppo hanno dimostrato, che perciò Rifondazione Comunista  contrasta e contrastera' sempre) per imporre progetti che impegnano i/le giovani in "prestazioni fuori orario" durante le festività di fine anno. È autoritario e violento sovrapporre, nello stesso testo, proprie considerazioni personali, come ha fatto Siciliano nell'ultimo intervento, a quelle  dei rappresentanti di classe e di Istituto. È, infine, ridicolo descrivere la scuola che si presiede "pro tempore"  come un ambiente idillico e privo di conflitti (non sembra proprio che sia così), in cui regnano pace, amore, fratellanza e libertà.  Chi vuole far tornare la scuola irpina ed italiana indietro di oltre cinquant'anni non passerà».

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Il Mattino