Appalti Covid, i dirigenti irpini ascoltati dopo la chiusura indagini

Appalti Covid, i dirigenti irpini ascoltati dopo la chiusura indagini
Inchiesta sull'appalto regionale per la fornitura delle mascherine durante l'emergenza Covid, conclusi gli interrogatori richiesti dai tre indagati irpini. Gli indagati -...

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Inchiesta sull'appalto regionale per la fornitura delle mascherine durante l'emergenza Covid, conclusi gli interrogatori richiesti dai tre indagati irpini. Gli indagati - il dirigente regionale Italo Giulivo, rappresentato dall'avvocato De Maio, l'altra dirigente Roberta Santaniello difesa dagli avvocati Bizzarro e Castaldo, e la dirigente di Protezione Civile Claudia Campobasso rappresentata dall'avvocato Dello Iacono - hanno fornito importanti chiarimenti al pubblico ministero Henry John Woodcock, presentando della documentazione per attestare la loro correttezza e l'estraneità alla vicenda giudiziaria. Ora bisognerà attendere la decisione del pubblico ministero, che potrà o chiedere il rinvio a giudizio per i tre o alla luce delle delucidazioni fornite sulla loro condotta e competenze chiedere l'archiviazione.

Gli avvisi di garanzia a Claudia Campobasso, a Roberta Santaniello e a Italo Giulivo, ques'ultimo coordinatore dell'unità di crisi regionale, furono notificati a maggio e inizialmente i tre decisero di avvalersi della facoltà di non rispondere. I tre indagati sono accusati di concorso in turbativa d'asta e falso ideologico in atto pubblico. La dirigente regionale Campobasso è indagata nel filone d'inchiesta riguardante la fornitura di una prima tranche di mascherine per bambini. Stando all'impianto accusatorio i dirigenti Campobasso, Santaniello e il capo della protezione civile Giulivo, insieme ad altri due indagati partenopei, sono coinvolti nella maxi-inchiesta aperta sulle modalità di gestione dell'emergenza Covid, per la fornitura di 2,5 milioni di euro di mascherine per bambini che sarebbe avvenuta «nonostante la carenza dei requisiti richiesti». Inoltre, dagli atti, emerge che la consegna della prima tranche di mascherina sarebbe stata di un quantitativo di gran lunga inferiore a quella stabilita con l'affidamento dell'appalto all'imprenditore di «una ditta amica favorita da informazioni mirate». Queste alcune delle ipotesi elaborate dai pubblici ministeri partenopei.

L'ingegnera irpina Roberta Santaniello, componente dell'unità di crisi regionale ed esponente politica del Pd, è coinvolta anche nel filone d'inchiesta principale riguardante la fornitura degli ospedali modulari. Secondo la Procura, con un whatsapp inviato il 16 marzo 2020 avrebbe fornito informazioni ritenute riservate sull'appalto agli imprenditori Venturato. Questi avrebbero inviato una mail alla dirigente con planimetrie e dati tecnici che sarebbero poi stati recepiti negli atti di gara. A favore dei Venturato si sarebbe mosso anche l'imprenditore Zaffiro, titolare di fatto della società Tecnomedical, vantando relazioni con l'allora dirigente dell'Asl Claudio Ragosta e con il dipendente di Soresa Massimo Sibilio, entrambi ora indagati per turbativa d'asta. In cambio, Zaffiro avrebbe ottenuto di poter fornire alla Med materiale sanitario per gli ospedali modulari, come i ventilatori polmonari, poi sostituiti con una nuova fornitura con umidificatore, o come i 120 letti da terapia intensiva giudicati però non idonei dai pm. La Procura mette sotto accusa anche la capienza dei moduli: a Ponticelli, la struttura realizzata davanti all'Ospedale del Mare dovrebbe ospitare 74 posti letto, mentre sarebbero 24 ciascuno a Caserta e Salerno. I consulenti dei pubblici ministeri Antonello Ardituro, Maria Di Mauro, Simone De Roxas e Henry John Woodcock ritengono invece che i prefabbricati siano idonei «a ospitare in condizioni operative circa la metà dei posti previsti».

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Il Mattino