L'arcivescovo Battaglia ricorda i martiri di Abellinum

L'arcivescovo di Napoli inaugura il Giubileo Ippolistiano ricordando i primi martiri cristiani dell'antica Abellinum

L'arcivescovo Battaglia con il sindaco Spagnuolo
«Non nascondo che stasera sono molto emozionato. Un'emozione caratterizzata dai momenti vissuti qui. Dall'accoglienza che mi avete riservato, di aver visto...

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«Non nascondo che stasera sono molto emozionato. Un'emozione caratterizzata dai momenti vissuti qui. Dall'accoglienza che mi avete riservato, di aver visto le reliquie di Sant'Ippolisto Martire e altre reliquie, di due bambini, uno di 6 anni e di 12 anni, Crescenzo e Ireneo. E poi la visione di questo crocifisso».

E' stato l'arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia ad inaugurare il Giubileo Ippolistiano con l'apertura della Porta Santa della chiesa madre di Sant'Ippolisto ad Atripalda. A 1720 anni dal martirio del santo e dei primi cristiani che abitavano Abellinum, la Cittadina del Sabato ha iniziato un percorso di fede lungo un anno.

L'arcivescovo è stato accolto dal sindaco Paolo Spagnuolo, dai parroci don Luca Monti e don Ranieri Picone e dalle autorità militari e civili presso la Chiesa del Carmine, da dove è partita la processione che si è conclusa dinanzi al Porta Santa della chiesa madre nel centro storico, culla della cristianità in Irpinia per lo Specus Martyrum, la cripta in cui sono venerate le reliquie dei primi martiri cristiani.

Tre volte l'arcivescovo ha bussato con la pastorale alla grande porta incorniciata di fiori che si così è aperta ai tantissimi fedeli presenti. Poi la celebrazione eucaristica e l'adorazione delle reliquie. 

L'arcivescovo ha invitato la comunità a riscoprire l'esempio di Ippolisto e dei primi martiri cristiani: «Inizia quest'anno giubilare per la vostra comunità, è il momento di grazie perché davvero possiamo sperimentare la misericordia di Dio che continuamente ci rimette in piedi. Ogni problema può superare varcando la soglia del proprio cuore, proprio come è stata aperta questa Porta Santa. La fede è uscire fuori dai recinti, in strada, per andare incontro alla speranza». 

E' questo il messaggio che l'arcivescovo di Napoli lascia alla comunità irpina di non arrendersi mai.

 

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Il Mattino