Aste truccate in Irpinia, s'indaga su un video

Aste truccate in Irpinia, s'indaga su un video
Clan Partenio, disposte investigazioni suppletive dopo la notifica dell'avviso di conclusione indagini. Accertamenti necessari, a seguito di alcune rivelazioni fornite...

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Clan Partenio, disposte investigazioni suppletive dopo la notifica dell'avviso di conclusione indagini. Accertamenti necessari, a seguito di alcune rivelazioni fornite dall'indagato Gianluca Formisano, coinvolto nell'inchiesta denominata «Aste Ok» condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli.


Dopo le dichiarazioni rese dall'ingegnere di Serino, sottoposto agli arresti domiciliari in applicazione di una misura cautelare emessa lo scorso ottobre dal giudice per le indagini preliminari Fabrizio Finamore, ieri mattina è stato conferito l'incarico ad un perito per analizzare un video fornito dallo stesso indagato, al fine di chiarire la sua posizione all'interno del sodalizio criminale dedito alla turbativa degli incanti. Il video che risale al 7 marzo 2019, così come chiarito dall'avvocato Carlo Taormina che assiste l'imprenditore di Serino, dimostrerebbe che Formisano, era vittima e non componente del sodalizio criminale.


«In particolare afferma il legale nel video realizzato con il telefonino di Formisano, si evince che quest'ultimo ha consegnato anche una considerevole somma di denaro, come punizione per aver partecipato ad un'asta immobiliare senza il permesso del clan». Ulteriori accertamenti sono in corso anche per comprendere il ruolo ricoperto dalla persona a cui Formisano avrebbe consegnato la somma di denaro. L'imprenditore serinese aveva prodotto i documenti e la registrazione nel tentativo di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati, nel corso dell'ultimo interrogatorio al quale si era sottoposto. Interrogatorio chiesto dallo stesso Formisano che, in quell'occasione depositò al pubblico ministero anche le denunzie per calunnia presentate contro l'indagata Livia Forte e l'esecutata Cerullo, come precisato dal suo legale.
«Inoltre - stando al suo avvocato nel corso dell'ultima escussione ha dimostrato la sua estraneità a tutte le operazioni criminali altrui, che gli sono state strumentalmente attribuite e che gli stessi appartenenti alla cosca, hanno dovuto ammettere non essere state commesse». La documentazione prodotta si aggiunge alle denunzie presentate in precedenza per le violenze subite ad opera di appartenenti alla organizzazione criminale.


Inoltre l'ingegnere Formisano ha rivendicato la sua correttezza e onestà ha chiarito ancora l'avvocato Carlo Taormina - specificando di non aver mai avuto nulla da spartire con il clan Partenio, di aver visto due sole volte Livia Forte ed una sola volta Nicola Galdieri ed ha anche raccontato un episodio, verificatosi nel febbraio 2019, di cui rimase vittima quando fu sequestrato e minacciato di gravi danni qualora avesse tentato di partecipare a delle aste senza il permesso dell'organizzazione criminale. La procura distrettuale antimafia di Napoli, contesta all'imprenditore di Serino l'associazione a delinquere di stampo camorristico- segnatamente il concorso esterno al sodalizio criminale ma strumentale all'implementazione del programma criminoso e la turbativa d'asta. Il suo legale - al termine dell'interrogatorio aveva provveduto a formalizzare l'istanza di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari alla quale è sottoposto l'indagato Gianluca Formisano.


E proprio oggi, davanti al tribunale del riesame di Napoli si discute l'appello cautelare presentato dall'avvocato Carlo Taormina, avverso il rigetto dell'istanza di revoca emessa dal gip del tribunale di Napoli, Fabrizio Finamore.
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Il Mattino