Atripalda. Ingerì acido muriatico, muore a 58 anni: la Magistratura dispone l’autopsia

L'ospedale Moscati di Avellino
Atripalda. Ha lottato tra la vita e la morte per oltre un mese in un letto dell’ospedale dopo aver bevuto acido muriatico. Alla fine Orazio Gaita, il 58enne atripaldese che...

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Atripalda. Ha lottato tra la vita e la morte per oltre un mese in un letto dell’ospedale dopo aver bevuto acido muriatico. Alla fine Orazio Gaita, il 58enne atripaldese che subito dopo Natale aveva tentato di farla finita ingerendo sostanze caustiche, è deceduto.


Da subito le sue condizioni di salute erano apparse gravissime ai medici che lo avevano preso in cura presso il Reparto di Terapia Intensiva della Città Ospedaliera Moscati di Avellino. La sostanza caustica ingerita aveva infatti provocato severe lesioni addominali. Un quadro clinico che non faceva ben sperare.

E così alla fine l’altra sera il suo cuore non ha retto più lasciando un gran vuoto e tanto dolore tra i familiari, la moglie e due figli, e gli amici che giorno e notte si erano alternati al suo capezzale sperando e pregando per una ripresa. Ma il suo stato di salute è peggiorato man mano e tutte le cure messe in campo dallo staff medico si sono rivelate purtroppo inutili rispetto ai danni interni che gli aveva provocato l’acido.

Ora, come da prassi, la Procura della Repubblica di Avellino, ha disposto l’autopsia sul corpo del 58enne. L’esame autoptico, che chiarirà i danni interni causati dall’acido muriatico, si svolgerà nella giornata di domani, avendo il Pm già affidato l’incarico al medico legale dottor Rizzolo. Solo dopo la salma sarà riconsegnata ai familiari per lo svolgimento del rito funebre. In attesa dell’esame non sono stati affissi ancora i città i manifesti funebri.
Ad accorgersi del disperato gesto nella loro casa in via Sant’Ippolisto, pieno centro storico, era stata la moglie che aveva immediatamente allertato il 118. Alla base sembra che l’uomo, barista con la passione per la pittura, ci fosse la depressione. I suoi dipinti sono noti ed apprezzati da molti.


La scomparsa dell’uomo segue di pochi giorni il tentativo posto in essere da un 44enne del posto, che a bordo della sua Fiat Bravo, ha tentato in un parcheggio di via San Lorenzo di farla finita infilandosi sulla testa un sacchetto di plastica sigillato con il nastro adesivo. A salvarlo è stato il provvidenziale arrivo dei Carabinieri della locale stazione che stavano sulle sue ricerche dopo la denuncia presentata dalla moglie. L’intuito del maresciallo Sullutrone gli ha infatti salvato la vita tirando fuori dall’abitacolo il 44enne per rianimarlo. Prima ancora una giovane donna 36enne di via Appia nel mese di dicembre si lanciò dal bancone di casa dei suoi genitori. A salvarla dall’impatto violentissimo con il suolo, dopo un volo dal quinto piano, un furgoncino parcheggiato lungo il marciapiedi sottostante l’edificio, che fortunatamente attutì il duro colpo con l’asfalto.

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Il Mattino