Avellino: aggredisce i medici e sparisce nel nulla, panico al Moscati

Violenza al pronto soccorso, protagonista della vicenda una donna ucraina

L'ospedale Moscati
Calci e pugni a medici e infermieri. Momenti di inaudita follia al pronto soccorso dell'ospedale Moscati di Avellino. Ieri pomeriggio, attorno alle 16.40, una donna di...

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Calci e pugni a medici e infermieri. Momenti di inaudita follia al pronto soccorso dell'ospedale Moscati di Avellino. Ieri pomeriggio, attorno alle 16.40, una donna di origine ucraina, arrivata alle 13.30 nel reparto di Emergenza accompagnata dal marito, ha dato in escandescenze aggredendo prima verbalmente e poi fisicamente i sanitari presenti nella sala medica. Ad avere la peggio, due medici e un infermiere che hanno tentato di placare la donna che era in evidente stato di ebbrezza. Calci e pugni per gli operatori che sono dovuti ricorrere alla cure dei colleghi: per tutti e tre due giorni di prognosi, ma nessuno ha lasciato il lavoro prima di terminare il turno di servizio. Sul posto una pattuglia della polizia. Gli agenti, però, non sono riusciti a identificare la donna che nel parapiglia è riuscita a scappare facendo perdere le proprie tracce.

«Siamo qui a condannare l'ennesimo atto di violenza nei confronti del personale infermieristico e medico del pronto soccorso», affermano i segretari territoriale e aziendale del Nursind, Romina Iannuzzi e Michele Rosapane. «Questi atti deplorevoli e criminali proseguono i sindacalisti rappresentano un attacco all'intero sistema sanitario. Non è accettabile che operatori sanitari sul luogo di lavoro vengano aggrediti e gli aggressori rimangano impuniti a causa di leggi inefficaci che tutelano più chi commette questi reati rispetto a chi invece li subisce. Chiederemo all'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino di costituirsi parte civile in un eventuale processo». Intanto, i problemi restano: «Sul sovraffollamento osservano Iannuzzi e Rosapane stiamo attendendo da più di un mese che la direzione strategica ci convochi per un confronto sulle misure da adottare. Il boarding e il sovraffollamento sono condizioni che incrementano il rischio di potenziali aggressioni. Massima solidarietà da parte del Nursind agli infermieri e al medico del pronto soccorso aggrediti ieri, e che nonostante l'aggressione subita hanno continuato a prestare servizio mostrando grande senso di responsabilità».

Dunque, una situazione esplosiva con il reparto diretto da Antonino Maffei che rischia ogni giorno il collasso perché congestionato dei troppi codici in ingresso e dall'atavica carenza di personale. A nulla sono servite le ripetute richieste da parte dei sindacati di categoria e degli stessi medici. In pronto soccorso, continuano a essere messi a referto fino a 80 accessi al giorno, con pazienti in attesa di ricovero che restano sulle barelle anche per più di un giorno. E poi le aggressioni. Quella di ieri, non è la prima. A farne le spese, quasi sempre, medici e infermieri. Le ultime, in ordine di tempo, si erano registrata l'anno scorso ad agosto (con un infermiere in servizio al triage aggredito con spintoni e schiaffi) e ad aprile (con un uomo, accompagnatore di un degente in attesa di referto, che si era scagliato contro un operatore sociosanitario).
 

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Il Mattino