Colpo a sorpresa di Vincenzo Ciampi. Il sindaco ritira le sue linee programmatiche e le offre all'aula. È la mossa con cui tenterà di recuperare in extremis un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
- oppure -
Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google
OFFERTA SPECIALE
Leggi l'articolo e tutto il sito ilmattino.it
1 Anno a 9,99€ 89,99€
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.
L'abbonamento include:
- Accesso illimitato agli articoli su sito e app
- La newsletter del Buongiorno delle 7:30
- Tutte le newsletter tematiche
- Approfondimenti e aggiornamenti live
- Dirette esclusive
«L'aula riferisce il presidente del Consiglio, Ugo Maggio - ad eccezione della consigliera Arace, ha accettato di partecipare. Lunedì, ci sarà una conferenza dei capigruppo per presentare le integrazioni. Poi, nel caso, le linee si riscriveranno e torneranno in Consiglio». Solo pochi minuti prima, la querelle sul ricorso al Tar aveva scatenato critiche feroci contri Ciampi e il M5s. Luca Cipriano, capogruppo di «MaiPiù», aveva posto in risalto in maniera plastica la discrepanza tra le parole del sindaco e i fatti verificatisi: proiettando un filmato con le interviste rilasciate dal primo cittadino. «L'11 agosto, lei dichiarò che non sarebbero circolate le vele, invece uscirono in città il 13; il 19 luglio, sostenne che il ricorso non sarebbe stato presentato, invece l'aveva sottoscritto quale primo firmatario il 17. Non so con quale faccia possa venire qui a dire che non si tratta di menzogne. Un sindaco del genere non mi garantisce più». Nello Pizza, alfiere dei «Popolari», aveva condiviso e rincarato: «Ciampi riesce sempre a sorprendermi, mai in positivo. In qualunque contesto ci troviamo, sa mentire a noi e alla città. Riesce a fare due cose che si contraddicono con la stessa capacità con cui assorbe gli insulti e non batte ciglio, al suo posto mi sarei scavato un buco e sarei scomparso». Per il Pd, che nel pomeriggio aveva diramato una nota durissima in cui aveva chiesto al sindaco di «andare a casa per coerenza», parla il capogruppo Enza Ambrosone: «Non è con la minaccia della sfiducia che può pensare di estorcere un consenso a quest'aula». Sindaco Ciampi, non Ciampi «youtuber», non ci prenda in giro. Aveva il dovere di dirlo prima del primo agosto. Non per cortesia istituzionale». In Forza Italia, Lazzaro Iandolo è ancor più duro: «Speravo in un governo del cambiamento, vedo solo ecologisti volontari che di tanto in tanto puliscono i parchi». Accuse violentissime contro cui la difesa del primo cittadino era sembrata debole: «Avevo detto che non avrei presentato ricorso sull'anatra zoppa, non sul riconteggio». Ed ancora: «Non posso essere tacciato di menzogna, perché ho agito solo ed esclusivamente nell'interesse della legalità». Antonio Aquino, capogruppo pentastellato, aveva spezzato una lancia a suo favore: «Ci chi ci accusa utilizza gli stessi nostri strumenti». Poi il sindaco aveva fatto mea culpa «per gli errori dovuti al noviziato e ritirato le linee». Solo Arace e Preziosi dicono no a quello che definiscono un «disperato tentativo del sindaco». Ma ora i giochi sono riaperti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino