Clan Partenio, processo alle ultime battute: sempre più vicina la sentenza

Chiusa l'istruttoria dibattimentale

Verso la sentenza il processo al clan Partenio
Clan Partenio, dichiarata la chiusura dell'istruttoria dibattimentale dal tribunale di Avellino in composizione collegiale presieduto dal giudice Giampiero Scarlato per 22...

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Clan Partenio, dichiarata la chiusura dell'istruttoria dibattimentale dal tribunale di Avellino in composizione collegiale presieduto dal giudice Giampiero Scarlato per 22 imputati accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti. Ieri mattina dopo il deposito da parte del consulente tecnico Cira D'Ardia dell'ultima trascrizione di un'intercettazione considerata non rilevante e non acquisita dal tribunale nel fascicolo dibattimentale, il collegio giudicante ha chiuso il dibattimento, stabilendo di non volere ascoltare altri testi indicati dalle parti (ex art 507). Il 16 maggio prossimo è prevista la requisitoria del pubblico ministero Simona Rossi della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, mentre il 22 maggio la parola passerà alle difese dando il via alle arringhe difensive. Dunque si avvia alle battute finali il processo per i presunti componenti del sodalizio criminale che per anni stando all'impianto accusatorio hanno seminato il panico in città e in provincia.

Il processo sul Clan Partenio vede alla sbarra degli imputati Pasquale e Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo, Ernesto Nigro, Diego Bocciero, Luigi De Simone, Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Giuseppe Moscariello, Ludovico Nittolo, Mario Rosania, Antonio Taccone, Carmine Valente. Ed ancora Giuseppe Giovanni Volpe e Renato Freda, Giuliana Brogna, Giuseppina Nigro, Martino De Fazio, Franco Ambrosone, Giuseppe Durante, Sabino Mariano e Pellegrino Cucciniello finiti nell'inchiesta, sfociata nelle diverse misure cautelari emesse nell'ottobre del 2019. Inchiesta fondata anche su una mole di intercettazioni effettuate dai militari dell'arma grazie alle quali il tempestivo intervento degli uomini in divisa ha impedito che le vittime dell'usura subissero una spedizione punitiva per non aver pagato le somme pattuite. Diversi gli episodi estorsivi contestati agli imputati, posti in essere, ad avviso degli inquirenti, anche nei confronti dei titolari di ditte vincitrici di appalti per la realizzazione di opere pubbliche in Alta Irpinia. Dunque la sentenza di primo grado potrebbe essere emessa prima del periodo feriale, una volta ultimate le discussioni dei difensori degli imputati che nel corso del dibattimento hanno tentato di far emergere una ricostruzione alternativa a quella fornita dagli inquirenti e chiedendo l'inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali e telefoniche contro i loro assistiti. Ma il tribunale, nella fase iniziale del processo penale, dichiarò inutilizzabili una minima parte delle intercettazioni effettuati dai carabinieri del comando provinciale di Avellino contro i componenti del sodalizio criminale. Processo che si intreccia con un altro ancora in corso denominato Aste Ok e che ha visto l'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano e di tre carabinieri in due distinti procedimenti connessi.
 

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Il Mattino