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Confermate anche dagli amici le versioni fornita dalla vittima dell'accoltellamento di Parco Castagno e dal suo aggressore: il litigio sarebbe stato scaturito da un debito di 20 euro.
Sono stati ascoltati i due giovani che avevano trascorso la serata con Alex Aufiero e Valentino Vicino, quest'ultimo finito in carcere. I due avevano incominciato a litigare già in auto. Sentiti dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino guidati dal vicequestore Gianluca Aurilia il ragazzo e la ragazza che erano a bordo dell'auto.
Entrambi hanno raccontato della discussione diventata vivace in poco tempo tra i due. Una discussione scoppiata, appunto, per il debito di 20 euro. Pare che il ragazzo e la ragazza abbiano provato a fare da pacieri, cercando di placare gli animi.
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Ora si stanno effettuando verifiche per capire il contesto generale nel quale è maturato un episodio di tale gravità. Il 23enne Valentino Vicino è finito in carcere con la pesante accusa di tentato omicidio. Alex Aufiero ha rischiato di rimetterci la vita. Ora, fortunatamente le sue condizioni non destano preoccupazioni. Si trova ricoverato all'ospedale Moscati di Avellino dove l'altro ieri mattina è stato trasportato da un'ambulanza del 118. Sarà sottoposto ad ulteriori accertamenti diagnostici per verificare la ferita all'altezza di un polmone. Il 28enne è stato colpito al petto, all'addome, alla testa dove gli sono stati applicati quattordici punti di sutura, e anche a un orecchio. Sul luogo dell'accoltellamento gli agenti della Squadra Mobile che hanno repertato diverse macchie di sangue, che hanno segnato il tragitto della fuga di Aufiero con Vicino alle calcagna.
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L'episodio ha scosso enormemente i residenti dell'immediata periferia avellinese. Desta scalpore il fatto che il tutto sia accaduto a causa di una banale lite per pochi euro. Una zuffa avvenuta al termine di una serata trascorsa insieme dal gruppo di amici. Nelle prossime ore il 23enne che è ristretto dietro le sbarre del carcere di Bellizzi Irpino verrà ascoltato dal giudice nel corso dell'interrogatorio di garanzia.
Il Mattino