Lorenza, cuore di postina: «Così consegno le lettere»

Sant'Angelo dei Lombardi, la portalettere: "Ci vuole amore per il proprio lavoro, così riesco ad orientarmi tra strade senza nome e case senza numero civico"

Lorenza, la postina di Sant'Angelo dei Lombardi
​​Sembrerà paradossale, ma in un mondo sempre più digitalizzato il rapporto tra il personale di Poste Italiane e i destinatari di missive o pacchi conserva...

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​​Sembrerà paradossale, ma in un mondo sempre più digitalizzato il rapporto tra il personale di Poste Italiane e i destinatari di missive o pacchi conserva ancora tutta la sua importanza, soprattutto se si tratta di raggiungere fisicamente le abitazioni nelle contrade dell’Alta Irpinia.

Le campagne di Sant’Angelo dei Lombardi sono molto estese, ci abita il quaranta per cento circa della popolazione e, a volte, in un territorio impervio, composto da decine di contrade in un raggio infinito, in viottoli che soprattutto d’inverno sono accessibili con fatica. E molto spesso in abitazioni senza numero civico.

Così Lorenza Franza, portalettere di cinquantacinque anni, da quattordici in Poste Italiane, porta a compimento il suo compito quotidiano eludendo ogni ostacolo. Ogni giorno Lorenza macina chilometri con un’idea fissa nella testa: rientrare in ufficio con la borsa della corrispondenza vuota. Anno dopo anno, abitazione dopo abitazione, ha quindi riempito una personalissima agenda con nomi e riferimenti utili. È il suo viario. Poco alla volta ha quindi preso forma un’agendina nella quale Lorenza ha annotato i cognomi dei nuclei familiari serviti e soprattutto le indicazioni per ritrovarli. Un lavoro meticoloso che è stato possibile grazie alla dedizione e ad uno spiccato senso di responsabilità.

«Anche se l’indirizzo è insufficiente oppure la strada manca di indicazioni e di numeri civici, grazie a questa agenda riesco ad individuare comunque il destinatario e a consegnare sempre lettere e pacchi», dice con soddisfazione la portalettere, mostrando la sua preziosa raccolta di informazioni. Questo viario, che Lorenza condivide anche con i suoi colleghi, è frutto di anni di contatti e relazioni che in qualche caso hanno anche dato vita anche a rapporti di amicizia. «Mi rallegra incontrare quei clienti che mi attendono seduti sull’uscio di casa oppure alla finestra non solo per ricevere la corrispondenza, ma anche per raccontare tra un caffè caldo d’inverno o una bottiglietta d’acqua fresca d’estate, storie di vita. E queste storie - racconta Lorenza - consolidano relazioni umane e gratificano i tuoi sforzi professionali».

E la postina poi aggiunge: «Da questa esperienza ho compreso che è fondamentale aggiungere al mestiere l’amore per quello che fai, il rispetto e la sintonia con gli altri, che spesso in zone di campagna come quelle in cui lavoriamo noi sono anziane, fragili e sole. Troppo importante essere vicino a loro». Un approccio che stimola nei destinatari fiducia, affetto e soddisfazione per il servizio svolto dalla portalettere.

«Consegnare corrispondenza e pacchi con un sorriso e una parola cortese mi sembra davvero naturale – dice ancora la postina, mostrando un sincero stupore di fronte a chi guarda alla sua condotta con ammirazione -. Aiutare tutte le persone che ricevono la corrispondenza con dei gesti semplici a me costa veramente poco, ma ricevere in cambio il loro affetto e la loro fiducia è un grande dono che mi riempie di gioia e mi fa lavorare ogni giorno con più entusiasmo».

Una piccola grande storia, quella di Lorenza Franza, che dimostra come la vicinanza degli uffici e dei servizi in generale – troppo spesso tagliati o indeboliti negli ultimi tempi in nome del risparmio, della centralizzazione e della tecnologia, dagli ospedali ai presìdi di giustizia - sia comunque sempre fondamentale in paesi che stanno perdendo i principali riferimenti. Digitale è comodo per molti, ma per centinaia di anziani di ogni paese una persona con la quale parlare è sicuramente meglio.

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Il Mattino