Avellino, M5S-Lega ad alta tensione: «Ma il dialogo è possibile»

Avellino, M5S-Lega ad alta tensione: «Ma il dialogo è possibile»
«Il 24 novembre è vicino: l'opposizione vuole mandare a casa il sindaco Vincenzo Ciampi con una mozione di sfiducia. Le decisioni del consiglio comunale sono...

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«Il 24 novembre è vicino: l'opposizione vuole mandare a casa il sindaco Vincenzo Ciampi con una mozione di sfiducia. Le decisioni del consiglio comunale sono sovrane e hanno conseguenze sulla città, quindi possono votarla e porre fine all'esperienza del Movimento 5 Stelle. Intanto, abbiamo messo in ordine i conti e pensiamo alla salute degli avellinesi ogni giorno».


Il deputato pentastellato Carlo Sibilia alimenta le tensioni amministrative con un post su Facebook a corollario di un intervento - sempre tramite social - del primo cittadino in risposta alla presa di posizione dei consiglieri comunali della Lega, Damiano Genovese e Sabino Morano, che l'altro giorno hanno lanciato l'aut aut: «O si cambia passo o siamo pronti a mandarlo a casa». Sibilia getta benzina sul fuoco: «Rifiutiamo ogni ricatto e andiamo dritto nell'interesse di tutti: le critiche dei cittadini liberi le accettiamo, mentre rigettiamo al mittente quelle dei collusi che pensano di fare affari politici con chi ha perso le elezioni».
 
Se l'appendice polemica un mittente preciso non ce l'ha, il riferimento, nemmeno troppo velato, sembrerebbe agli esponenti irpini del Carroccio e, al di là delle personalizzazioni, è destinato a destabilizzare ulteriormente gli equilibri già precari. Dunque, Avellino replica lo scontro che a livello nazionale sulla questione degli inceneritori sta mettendo in discussione il contratto di governo. Smorza i toni, l'altra deputata M5S Maria Pallini. Premette: «Ogni consigliere comunale è stato eletto per fare il bene della città. Nell'assise municipale devono essere poste le questioni e con il contributo di tutti devono essere ricercate le soluzioni: la situazione dell'inquinamento ambientale di Avellino è nota a tutti e serve buon senso per risolverla». Quindi, precisando che «non c'è nessuna frattura insanabile con Lega», aggiunge: «Ovviamente bisogna andare incontro alle esigenze dei cittadini e quindi tentare la strada più condivisibile possibile».

Allargando lo sguardo Pallini osserva: «Il Movimento ha come linea guida imprescindibile il contenuto del contratto di governo che è stato sottoscritto da due forze politiche che sono differenti per storie, per valori e anche per programmi. Questo tuttavia non ci impedisce di governare insieme nel bene e nell'interesse dei cittadini. E nel bene e nell'interesse dei cittadini dobbiamo rispettare il contenuto del contratto di governo. Sugli inceneritori non c'è assolutamente nulla da chiarire perché è tutto scritto nero su bianco».

Distingue nettamente le vicende locali da quelle nazionali il coordinatore regionale della Lega Gianluca Cantalamessa: «Una cosa sono le amministrazione locali, ben altra Palazzo Chigi». Solo una coincidenza vuole che quello che accade a Roma in queste ore sia replicato ad Avellino. «Terrei scissi i due eventi prosegue Cantalamessa come tengo a precisare che non posso assolutamente entrare nel merito della questione avellinese in quanto non l'ho seguita da vicino: sono certo, però, che i riferimenti della Lega ad Avellino sanno bene quello che fanno».

Lo sa bene anche il coordinatore provinciale Aniello Govetosa. Sostiene: «Un'inversione di rotta è necessaria, per il bene della città. Lega e Movimento 5 Stelle possono e devono continuare il dialogo: in questo momento, la collaborazione giallo-verde è il male minore sia rispetto al passato sia immaginando possibili scenari futuri».


E sull'ordinanza antismog, cercando una conciliazione, Govetosa spiega: «Il fatto che il sindaco abbia ritenuto di porre in essere questa misura restrittiva, e che l'abbia fatto assolutamente in buona fede, non può far saltare tutto. Tuttavia, siamo convinti che il problema delle polveri sottili non si risolve vietando alle auto di circolare, bisognerebbe agire su altro: dagli impianti di riscaldamento domestici agli scarichi delle industrie. Inoltre, il fenomeno andrebbe monitorato costantemente e in maniera più incisiva, magari posizionando meglio le centraline in luoghi nevralgici della città». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino