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Il Comune dichiara inagibile il supermarket nell'ex Mercatone e ne ordina lo sgombero. Piazza del Popolo ha preso atto del diniego del Comando dei vigili del fuoco rispetto alla Scia antincendio della grande struttura di vendita situata nel nuovo centro «Vivendi». Al termine di una serie di confronti con il sindaco, Gianluca Festa, e l'assessore a Commercio, Laura Nargi, il settore Urbanistica ha emanato il suo pesante responso: inagibilità della struttura, da cui dovrebbe scaturire in girnata la chiusura del supermercato. Nel provvedimento, inviato anche alla Prefettura e all'Asl, Lissa cita esplicitamente «la nota dei vigili del fuoco in cui vengono evidenziate le carenze sulle norme di prevenzione incendi, l'avvenuta decorrenza dei termini per l'attuazione delle misure, risultate solo parzialmente superate, e la conseguente conclusione negativa della Scia». E siccome «quanto comunicato dai Vigili del Fuoco determina la decadenza di uno dei requisiti essenziali per l'agibilità dell'intero fabbricato», e «l'avvio del procedimento di riesame della Scia deve ritenersi superato dall'attuale provvedimento», è «necessario dichiarare l'inagibilità del complesso commerciale».
A questo punto, norme alla mano, Lissa ordina al legale rappresentante dell'impresa, «lo sgombero della struttura adibita ad attività commerciale di vendita di generi alimentari, per la tutela della pubblica e privata incolumità». Si tratta, insomma, di una tegola pesantissima, anche sull'amministrazione comunale. Riecco la maledizione del gigante malato di Largo Ferriera. Inaugurato solo sei mesi fa, con tanto di taglio del nastro da parte del sindaco, Gianluca Festa, il supermercato che aveva segnato la rinascita della struttura, sulla base di un project financing tra il Comune e la società privata «Vivendi», dovrà adeguarsi alle 15 prescrizioni che, da mesi, avevano richiesto i vigili del fuoco.
Tra le più significative, l'assenza di dichiarazione delle «condotte dell'aria degli impianti di climatizzazione e ventilazione» e delle «serrande tagliafuoco installate in corrispondenza di alcune pareti di compartimentazione antincendio». La mancata installazione della «porta resistente al fuoco prevista nel progetto approvato in corrispondenza della delimitazione dell'area coperta antistante l'ingresso principale e a protezione della scala a giorno, la mancata verifica «dell'adeguatezza dei sistemi di esodo, rispetto a quanto prescritto dal codice di prevenzione incendi». Quanto al Controllo e all'estinzione incendi, poi, i vigili avevano rilevato che, «all'interno del laboratorio per la preparazione dei cibi caldi, non è risultato installato l'impianto di estrazione dei fumi, ancora in esecuzione». Nelle aree di pressurizzazione e di riserva idrica antincendio, non erano risultate «applicate in toto le prescrizione sulla presenza di sistemi di climatizzazione».
Quanto alla sicurezza degli impianti tecnologici, invece, «non risulta installato, in corrispondenza dell'accesso principale, l'interruttore di sgancio degli impianti elettrici d'emergenza», mentre gli «impianti di condizionamento e ventilazione non sono risultati pienamente conformi». In particolare, non sarebbero satati soddisfatti requisiti per il raggiungimento di obiettivi, tra cui, il fatto di «evitare il ricircolo di prodotti di combustione e gas pericolosi, non produrre fumi che si diffondono nei locali, non costituire elemento di propagazione di fumi e fiamme». Per finire, i vigili chiedono una mole di documenti. Tra questi, la «certificazione di resistenza al fuoco» e la dichiarazione di conformità degli impianti e delle porte installate lungo le vie di esodo». Ma anche, relativa alla «gestione della sicurezza antincendio». In merito, il direttore dei lavori della struttura, Giovambattista Musto, aveva riferito che era tutto risolto. Non per il Comune.
Il Mattino