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Corsie preferenziali che di colpo spariscono innestandosi nella normale carreggiata, strozzature del percorso ad anello nei pressi delle rotatorie, incroci pericolosi e strade che si restringono per permettere contemporaneamente il passaggio delle vetture e dei mezzi della filovia, in presenza delle strisce blu con le auto parcheggiate. Senza parlare degli attraversamenti trasversali, sempre più un terno al lotto per la sicurezza dei pedoni e di quanti si immettono con il proprio veicolo sull'asse principale.
Il tragitto della Metro leggera di Avellino, insomma, sembra la tipica corsa ad ostacoli al termine della quale, però, l'unica ricompensa è aver portato a casa la propria automobile integra. Sebbene per dare un giudizio finale sia ancora presto, basta farsi un giro per la città seguendo l'itinerario circolare degli 11 chilometri per comprendere come dietro la messa in funzione del nuovo sistema di mobilità urbana non ci sia un grande studio ma solo approssimazione.
Certo, lo sappiamo, l'amministrazione Festa ha ereditato tutto il pacco e non attivare la filovia avrebbe significato restituire oltre 20 milioni di euro di finanziamenti. È pur vero, però, che alla chiusura del terzo anno di gestione, con due di Covid che hanno permesso di fare ben poco su altri fronti, si sarebbero potuti perfezionare alcuni meccanismi, come pure trovare soluzioni alternative nei punti critici mettendo attorno ad un tavolo tecnici e vigili urbani. Niente di tutto ciò è avvenuto ed è bastato solo l'entrata in vigore di alcuni sensi unici per dare agli automobilisti il colpo di grazia.
In particolare, lo si nota per quanto attiene all'innesto su corso Umberto I della salita di via Madonna della Salette che sbuca di fronte ai resti del Castello longobardo e alla strettoia costituita dalla strada che dal semaforo all'incrocio tra via Francesco Tedesco e vi Circumvallazione passa davanti al Conservatorio.
D'altra parte già adesso, senza la filovia in giro per la città, il solo rispetto dei cordoli non è sempre agevole. Anche perché manca una segnaletica verticale adeguata che avverta dei restringimenti e degli attraversamenti. Mettere a punto tutti i dettagli della nuova viabilità non sarà facile e comunque i problemi non si presenteranno per i soli automobilisti e centauri. Nella giornata tipo autunnale avellinese con l'immancabile pioggia e il flusso veicolare dovuto alle scuole è facile prevedere difficoltà per tutti. Anche per gli stessi autisti. Ognuno dovrà fare moltissima attenzione e abituarsi anche a prendere, ad occhio, le nuove misure nei passaggi meno agevoli.
Probabilmente, una prima prova generale si farà tra oggi e martedì, con la messa in tensione della rete elettrica aerea che alimenta i mezzi della filovia. Un'operazione annunciata dal Comune di Avellino che presuppone giri di rodaggio sul tragitto che a tratti può trasformarsi in un circuito automobilistico cittadino. Non certo per la velocità consentita ma, piuttosto, per l'abilità che richiederà evitare chi non è del posto, i distratti, i meno pratici e i temerari, avendo a disposizione una carreggiata praticamente dimezzata.
E così mentre gli autisti dell'Air stanno per completare la formazione sul funzionamento dei mezzi filo-tranviari, non sarebbe male organizzare qualche corso anche per gli altri utenti della strada. Unica notizia che rincuora è rivedere un asfalto uniforme su via Tedesco, quello che era diventato l'asse viario delle buche che facevano pendant con i buchi neri disposti lateralmente lungo i marciapiedi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino