C'è posto per tutti nei tavolini all'esterno dei locali del centro storico. Ma i posti occupati sono davvero pochi. Nel primo giorno di stop al traffico veicolare,...
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«Forse bisognerebbe consentire di alzare un po' il volume almeno fino alla mezzanotte», dice Thomas Taccone dell'omonima osteria a pochi passi dalla Dogana. «La musica all'esterno potrebbe animare le serate per questo confidiamo che nelle prossime settimane ci diano l'opportunità di organizzare qualcosa del genere come è già successo in passato». In ogni caso prosegue il ristoratore «i propositi dell'amministrazione comunale sono buoni: spero che l'affluenza cresca negli altri fine settimana». Novità assoluta dell'ultima ordinanza la chiusura anche di domenica mattina del perimetro che comprende comprende via Nappi, via Del Gaizo, Via Duomo, via San Francesco Saverio, Rampa San Modestino, via Oblate, via Chiesa Conservatorio, corso Umberto I (nel tratto compreso tra Largo Triggio e piazza Amendola) e via Luigi Amabile (nel tratto compreso tra la piccola piazza e via Trinità). Bar e attività di ristorazione potranno sfruttare lo spazio esterno per sistemare i propri tavoli e organizzare apertivi. L'esperimento dovrebbe durare per tutta l'estate. Ma l'amministrazione sta pensando di spingersi oltre: «Vogliamo mettere a disposizione degli esercenti anche piazza Amendola», ha detto il vicesindaco Laura Nargi ieri in un'intervista al Mattino. «Stiamo immaginando con loro il meccanismo più giusto per valorizzare l'area antistante la Dogana». Ancora Pacilio commenta: «Questa domenica resterò chiuso, ma potrei decidere di alzare la serranda prossimamente». Apprezzano l'area pedonale gli avventori: «In quasi tutte le città italiane ed estere che ho visitato il Centro storico è pedonalizzato», osserva Antonio mentre sorseggia un calice di vino rosso. «È un aglianico», precisa. Poi aggiunge: «Seppure con notevole ritardo, abbiamo ancora la possibilità di metterci in linea con la maggior parte dei comuni italiani: la valorizzazione del Centro storico può essere volano di sviluppo per l'intera città». D'accordo sul concetto ma poco convinto che l'obiettivo possa essere raggiunto un altro ragazzo che sta mangiando con la sua compagna: «Avellino e gli avellinesi non sono pronti a una svolta del genere. Quello che manca ed è sempre mancato è una cultura della fruizione dei luoghi: qui quasi ci vergogniamo di ciò che abbiamo e molti di noi nemmeno ne conoscono la storia. Operazioni come questa della pedonalizzazione, senza un vero progetto di sviluppo alle spalle, servono veramente a poco: quello che deve cambiare è la mentalità e la concezione di vita dei cittadini». Impressione condivisa da Rosa: «L'unica cosa a cui pensano i miei coetanei ho 25 anni, informa la ragazza è bere. Farlo con la strada chiusa al traffico o in mezzo al caos delle auto che passano cambia davvero poco. È chiaro che manca un'educazione in questo senso e chi ci amministra fa ben poco per cambiare le cose». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino