Avellino, anche il Municipio privo del certificato antincendio: è polemica

Avellino, anche il Municipio privo del certificato antincendio: è polemica
Nemmeno il Palazzo di Città ha l'autorizzazione antincendio. La casa comunale, che il sindaco, Gianluca Festa, da due anni annuncia senza riuscirci di voler vendere...

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Nemmeno il Palazzo di Città ha l'autorizzazione antincendio. La casa comunale, che il sindaco, Gianluca Festa, da due anni annuncia senza riuscirci di voler vendere alla Guardia di Finanza, ha la Scia scaduta dal 2020 e non l'ha mai rinnovata. L'ennesimo caso di mala gestio, che ha del clamoroso, fa il paio con quello analogo dell'autorimessa situata al di sotto dell'edificio, chiusa per la stessa ragione dopo l'apertura al pubblico, con grave danno per tutti i dipendenti e per gli avventori del centro storico.


La certificazione non c'è. L'unico atto esistente è quanto emerso ieri dalle ricerche svolte dalla commissione Trasparenza con l'ausilio dei dirigenti è una stringata nota datata 2020. Il dirigente del settore, Luigi Cicalese, scrive che «gli edifici ad uso fino a 300 persone non sono classificati tra le 80 attività antincendio indicate nella legge, e pertanto non è necessario presentare Scia ai vigili del fuoco per esercitare l'attività».


Eppure prima c'era. Ma chi conta il numero delle persone che entrano, e soprattutto che escono, in un ente che, al netto della gravissima emorragia di personale, ha ancora 250 dipendenti e riceve ogni giorno decine e decine di utenti e cittadini, tra certificazioni, matrimoni e promesse, appuntamenti istituzionali, attività consiliari, politiche e di giunta? Ad oggi, nessuno.
E il numero massimo fissato, molto probabilmente, viene superato. All'epoca, il dirigente Cicalese aveva, infatti, chiesto la emanazione di «un ordine di servizio affinché nella sede comunale non vi siano giornalmente un numero maggiore di 300 persone tra personale e pubblico». Chiaramente, l'atto non è stato mai disposto. Nel frattempo, l'amministrazione guidata da Gianluca Festa - che anche in tempo di Covid ha continuato a celebrare in presenza le promesse di matrimonio - non ha mai pensato di superare l'impasse richiedendo la certificazione ai vigili del fuoco. Nonostante, all'interno del Palazzo di Città, siano ospitate tonnellate di materiale cartaceo, in alcuni casi ammassate disordinatamente una sull'altra. Una situazione scabrosa e preoccupante, quella emersa dai lavori dell'organismo consiliare presieduto da Ettore Iacovacci, che viene denunciata con forza.


«Essendo questo un ente pubblico - stigmatizza il componente dell'organismo, Dino Preziosi - correttezza vorrebbe che si facesse un piano antincendio aggiornato e sicuro. Per il semplice motivo che il peso specifico dei rischi in questo edificio è aumentato notevolmente. Visto che in ogni ufficio, c'è una montagna di carte, che rappresentano una fonte di pericolo esagerata». In effetti, il processo di digitalizzazione delle carte, negli uffici di Piazza del Popolo, non è mai sbarcato. «In giro vediamo 4 estintori - prosegue il capogruppo di «La Svolta» ma non sappiamo se siano scaduti e soprattutto se siano sufficienti». La possibilità che il numero massimo venga superato, per Preziosi, è lampante ed inevitabile: «Al netto dell'emergenza Covid - ricorda - solo nei giorni in cui si fanno i consigli comunali ci sono centinaia di persone». Anche rispetto ai metodi per il conteggio delle persone, la commissione ha chiesto delucidazioni alla responsabile Gaetana Rescigno. Preziosi, a tal proposito, si mostra del tutto insoddisfatto della risposta. La questione sicurezza antincendio è esplosa ufficialmente anche a Piazza del Popolo: «Ora chiederemo un sopralluogo ai vigili del fuoco - dice Preziosi - per verificare se i dispositivi esistenti in Comune siano sufficienti, considerando anche la tipologia delle controsoffittature. Intanto - è la stoccata al sindaco Festa - non penso proprio che in queste condizioni la struttura possa essere venduta alla Guardia di Finanza. Sarebbe un fatto assolutamente inopportuno sotto tutti i punti di vista».
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Il Mattino