Avellino: il pm chiede una pena di otto anni per Iannace, il chirurgo candidato con De Luca

Avellino: il pm chiede una pena di otto anni per Iannace, il chirurgo candidato con De Luca
AVELLINO - Nove richieste di condanna. È terminata così la requisitoria dei pubblici ministeri al termine dell’arringa finale del processo Welfare, che vedeva imputate...

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AVELLINO - Nove richieste di condanna. È terminata così la requisitoria dei pubblici ministeri al termine dell’arringa finale del processo Welfare, che vedeva imputate diciotto persone tra dirigenti, medici, infermieri e pazienti della Città Ospedaliera «Moscati». I sostituti procuratori Maria Teresa Venezia e Roberto Patscot, assistiti in udienza dal procuratore capo Rosario Cantelmo, hanno chiesto otto anni di reclusione per Francesco Caracciolo, ex primario di chirurgia del nosocomio Moscati, e altrettanti per Carlo Iannace, dirigente medico e direttore della Breast Unit della città ospedaliera, attualmente impegnato nella campagna elettorale per le regionali come candidato nella lista «De Luca Presidente».


La sentenza è prevista per settembre. Nell’attesa Iannace è chiamato a vivere settimane particolari, visto l’impegno nella campagna elettorale che, come confermato da lui, non si fermerà, tanto che già oggi pomeriggio sarà impegnato a Montella (alle 16) e Volturara (18). «Ho appreso della richiesta avanzata dai pm del tribunale di Avellino nel processo che vede coinvolto me ed altri professionisti che prestano la propria opera nelle corsie dell'azienda ospedaliera «Moscati» di Avellino. Per quanto mi riguarda nutro piena e totale fiducia nella magistratura - dice il chirurgo - e sono sicuro che alla fine riuscirò a dimostrare l'infondatezza delle accuse che mi vengono mosse. Per quanto mi riguarda sono tranquillo come uomo e come professionista. Ho sempre operato solo nell'esclusivo interesse dei pazienti e dell'azienda ospedaliera. Ancora una volta ribadisco la mia piena fiducia nell'operato dei magistrati e sono certo che si arriverà alla verità dei fatti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino