Il procuratore Airoma agli studenti: «Non fatevi affascinare dai boss»

Il procuratore Airoma agli studenti: «Non fatevi affascinare dai boss»
«Non fatevi affascinare dalla figura del boss, lasciate perdere Gomorra. Finisce solo in due modi: in carcere o ammazzati». Un messaggio forte quello lanciato a...

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«Non fatevi affascinare dalla figura del boss, lasciate perdere Gomorra. Finisce solo in due modi: in carcere o ammazzati». Un messaggio forte quello lanciato a Cervinara dal procuratore di Avellino Domenico Airoma, ospite dell'incontro convegno La legalità non è molto. È tutto.

Moderati da Nicola Battista, responsabile della redazione di Avellino de Il Mattino, si sono confrontati con Airoma, il provveditore agli studi di Avellino, Rosa Grano, il sindaco di Cervinara Caterina Lengua e la dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo F. De Sanctis, Antonia Marro. Il tutto in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Era stato proprio il procuratore Airoma al termine del comitato per l'ordine e la sicurezza seguito all'omicidio di Nicola Zeppetelli (il 19 febbraio), a chiedere al sindaco di Cervinara di incontrare gli studenti delle scuole superiori per parlare di legalità.

Il sindaco Lengua ancora una volta ha ribadito la necessità della collaborazione dei cittadini con le istituzioni e le forze dell'ordine. «È un segnale importante la presenza del procuratore Airoma a Cervinara», ha poi detto il provveditore Rosa Grano. Un ritorno in Valle Caudina, quello di Airoma, dopo più di venti anni. Infatti tra il 1997 e il 1998 come sostituto procuratore aveva coordinato l'inchiesta che portò a decine di arresti di membri e fiancheggiatori del clan Pagnozzi. Cosa è cambiato da allora? Nulla, purtroppo. Come ha ribadito il procuratore «la camorra c'è». Un messaggio che ha scosso non poco gli studenti presenti ma che ha trovato tutti concordi. «La camorra non è una calamità naturale come un terremoto, ma dipende dal nostro comportamento, e sta a noi fare il possibile per poter cambiare le cose, perché le cose possono cambiare. Importante non idealizzare la camorra e i camorristi, no a Gomorra - ha detto ad alta voce il capo degli inquirenti irpini - Ognuno è artefice del proprio destino, che potrà essere condizionato da fattori esterni ma può essere determinato solo dalla nostra volontà. Ognuno di noi deve decidere da che parte stare».

Airoma si lascia andare anche a ricordi personali. Come quando durante un processo ha visto tra gli imputati un suo vecchio compagno di giochi, con cui tante volte aveva giocato a pallone in strada. «Non ho fatto finta di non riconoscerlo - ha detto il procuratore - mi sono avvicinato e gli ho chiesto Salvatore ma che hai fatto. Ebbene, non ha cercato scuse, ma ha detto in dialetto napoletano agg fatt nu tummn e fesserie. Ma ha detto ho fatto, perché ognuno di noi è artefice del proprio destino, si può essere condizionati dall'ambiente familiare o dalle amicizie, ma questi condizionamenti non possono essere determinanti, alla fine la scelta la facciamo sempre noi».
Airoma ricorda anche che due suoi compagni di scuola sono stati uccisi dalla camorra perché affiliati. I ragazzi gli hanno poi chiesto se avesse mai provato paura, e Airoma ha risposto di essre «protetto dallo stato con una scorta. Ci sono anche tante persone coraggiose come i commercianti che non pagano il pizzo, che non ha nemmeno queste protezioni».

Dopo i gravi episodi accaduti a febbraio tra San Martino Valle caudina con il ferimento di due persone, e Cervinara con l'omicidio di Zeppetelli, i comuni irpini della Valle Caudina hanno dunque saputo dare risposte forti. Le visite a pochi giorni di distanza di don Luigi Ciotti e del procuratore Airoma, sono segnali incoraggianti della volontà dei giovani e della comunità di voler finalmente lottare affinché la legalità trionfi in queste terre.
 

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Il Mattino