Rivolta in carcere due ore ad alta tensione

Negli ultimi giorni altri episodi di violenza: martedì aggredito il medico dell'istituto

Il carcere di Bellizzi Irpino
Ore di panico dentro e fuori dal carcere di Avellino. È stato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ore di panico dentro e fuori dal carcere di Avellino. È stato un pomeriggio difficile, epilogo di un'escalation di episodi di violenza che ha già determinato altre tensioni nel penitenziario nell'ultima settimana. È durata circa due ore la rivolta di una cinquantina di detenuti nella casa circondariale di Bellizzi Irpino, che ha portato al ferimento di due agenti della polizia penitenziaria, portati in ospedale. I reclusi si sono praticamente impadroniti della Sezione Reati Comuni. Hanno tentato di sfondare alcuni cancelli e hanno danneggiato arredi e suppellettili. L'intero perimetro della struttura è stato cinturato dalle forze dell'ordine.

Immediato è scattato il protocollo di sicurezza coordinato dal prefetto Paola Spena e dal questore Nicolino Pepe - per evitare conseguenze gravi e scongiurare eventuali tentativi di evasione. Blindata l'area circostante il penitenziario da parte di polizia e carabinieri. Chiusa al traffico dalla polizia municipale la strada antistante l'ingresso. L'azione di mediazione da parte delle forze dell'ordine, insieme alla direttrice Concetta Felaco, ha permesso di far rientrare la protesta. Un ruolo prezioso lo ha avuto il provveditore del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) della Campania, Lucia Castellano. Nel carcere si sono precipitati il procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma, il comandante provinciale dei Carabinieri, Luigi Bramati, il magistrato di sorveglianza, Francesca De Marinis, il garante regionale per i diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello. Fuori dai cancelli anche i familiari di alcuni reclusi, che sono giunti ad Avellino non appena appresa la notizia.

La rivolta sarebbe cominciata per iniziativa di due detenuti, che nei giorni scorsi si sarebbero resi protagonisti di atti di violenza, a seguito di provvedimenti disciplinari. La protesta in poco tempo ha coinvolto l'intera sezione. La tensione è salita alle stelle, soprattutto quando sono cominciate a circolare voci preoccupanti circa le intenzioni dei detenuti. Le principali sigle sindacali del personale di polizia penitenziaria avevano messo in guardia dal pericolo di utilizzo di olio bollente da parte dei rivoltosi. Cosa che fortunatamente non si è verificata. Dopo due ore di proteste la protesta è rientrata.

«Non parlerei di una vera e propria rivolta dice il provveditore del Dap, Lucia Castellano - Il personale è stato bravissimo, non ha usato la forza. Quello di Avellino è un carcere difficile su cui ci stiamo concentrando. C'è stato un crescendo di eventi critici negli ultimi giorni». Poco più di 24 ore prima era stato picchiato anche il medico del penitenziario, con il quale Castellano si è poi confrontata. A tal proposito «l'Asl sta cercando di implementare il numero di medici in servizio all'interno della struttura», dichiara Castellano, secondo la quale «bisogna rafforzare l'aspetto educativo, tenere impegnati i detenuti tutto il giorno. La direttrice e la comandante si stanno impegnando per farlo». Una delle criticità da sempre messa in evidenza dai sindacati è quella della carenza dell'organico. «Bisogna risolvere il problema del personale che si assenta», spiega Castellano.

«Solo ieri mancavano cento agenti. La carenza è dovuta dalla percentuale di assenze determinata dal fatto che il personale è molto anziano e spesso è in congedo, tra ferie e permessi per la legge 104. Non è quindi una carenza di pianta organica». Tra le soluzioni possibili, il provveditore individua il coinvolgimento «di altre figure professionali che affianchino la Polizia penitenziaria nella gestione. Promuoverò riunioni con il personale per cercare di diminuire il tasso di assenteismo. Il Dipartimento ha inviato ad Avellino venti unità in più. Non sono poche. Ma serve anche qui una quota di agenti giovani». Castellano lancia un'altra proposta: «Organizzeremo un open day per coinvolgere le imprese, le associazioni di volontariato, la Caritas al fine di trovare figure per carcere di supportare la polizia penitenziaria». «Nordio venga immediatamente a riferire alla Camera sui fatti di Avellino», la sollecitazione del deputato Pd, Toni Ricciardi e, sulla stessa scia, anche Piero De Luca. I sindacati da tempo segnalano le criticità.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino