Avellino, niente soldi per l'assistenza: servizi sociali nel pantano

Avellino, niente soldi per l'assistenza: servizi sociali nel pantano
Le politiche sociali chiudono bottega. Senza soldi e senza dipendenti, il settore del Comune di Avellino espone bandiera bianca: stop ai servizi (quasi tutti) destinati ai poveri...

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Le politiche sociali chiudono bottega. Senza soldi e senza dipendenti, il settore del Comune di Avellino espone bandiera bianca: stop ai servizi (quasi tutti) destinati ai poveri e agli ultimi in un bacino di 100.000 utenti potenziali. È il triste epilogo di una vicenda amministrativa, quella dell'Azienda consortile A4, nata male e finita peggio. L'organismo, che mette in un Consorzio mai veramente partito i 16 Comuni dell'ambito, sotto la guida di Avellino, non ha ancora ottenuto i fondi per la programmazione della lontana annualità 2019. Mentre quella del 2020 è appena stata inviata in Regione ma non ancora valutata.

Colpa delle numerose inadempienze amministrative rilevate da Palazzo Santa Lucia - alcune vistose, come la mancata costituzione di un Cda nel pieno delle sue funzioni da oltre un anno e il direttore generale pro tempore, Vincenzo Lissa, si è ritrovato solo e con le mani legate.

Il 15 marzo, infatti, i contratti dei dipendenti della cooperativa «Eco», che da 10 anni vanno avanti a suon di proroghe e gestiscono l'intero ufficio di Piano, sono scaduti. Impossibile l'ennesimo rinnovo per la cooperativa presieduta da Sofia Flauto, finita in un'indagine per il presunto sistema delle coop che avrebbero favorito i Casalesi. Improcedibile pure una nuova gara, al netto dei tempi lunghi necessari. Istantanea di un disastro annunciato, gli uffici al secondo piano di Palazzo di Città si sono drammaticamente svuotati. Non sono rimaste che due assistenti sociali, impossibilitate a rispondere alle richieste degli ignari fruitori delle prestazioni, che anche ieri hanno continuato a bussare ad una porta chiusa. Una donna, che aveva minacciato di rivolgersi alla Procura, alla fine è stata ricevuta dal dirigente Lissa in persona, ultimo baluardo di un settore distrutto. Un clima surreale, in un giorno di ordinaria follia, tra chi sommessamente auspicava un commissariamento dalla Regione e chi si guardava intorno smarrito, cercando disperatamente di ritrovare il bandolo di una matassa ormai troppo intricata. E così da giorni, e chissà ancora per quanto, resteranno inevase centinaia di domande per servizi che la legge riconosce come essenziali. Dunque, per i quali potrebbe intervenire la Procura.

Contributi economici, pratiche di affido dei minori, prestazioni per gli anziani e per i disabili: tutto scandalosamente bloccato. Mentre gli inquirenti già indagano per la tragica morte del senzatetto Luciano Romagnolo. Eppure era chiaro da mesi sarebbe accaduto. Lo scorso 8 marzo, con una missiva indirizzata al sindaco di Avellino e agli altri primi cittadini dell'ambito, al direttore dell'Asl, Maria Morgane, e all'assessore regionale Fortini, la dirigente campana Maria Somma, aveva indicato minuziosamente tutti i punti da sistemare per ottenere i fondi. Da lacune formali quali le attestazioni di compartecipazione al fondo unico d'ambito degli altri Comuni, non firmate, al dato sostanziale di una riduzione del monte ore sugli assistenti sociali, non conforme alla legge, Con la previsione di una figura ogni 7.000 abitanti, anzichè una ogni 5.000. La Regione aveva dato 30 giorni di tempo. Il 27 gennaio, la stessa dirigente aveva subordinato l'erogazione dei fondi alla definizione delle cariche politiche e tecniche dell'azienda. In particolare, alla corretta composizione del Cda, con 5 membri. Mentre oggi, dopo 3 dimissioni, e una serie di assemblee in cui l'accordo politico non è stato trovato, resta in carica solo il sindaco di Avellino, insieme all'ex dirigente di Cervinara, Anna Marro. Eppure, da quanto trapela dalla Regione, Palazzo Santa Lucia non interverrà per commissariare. Almeno non prima della sentenza del Tar, già fissata ad ottobre, dopo la sospensione del commissariamento disposto in estate. La guerra istituzionale tra Comune e Regione si è dunque infossata in una trincea giudiziaria, e non è ancora chiaro quando si sbloccheranno i servizi. Dino Preziosi, che aveva segnalato il drammatico caso nella commissione Trasparenza, insieme al presidente Ettore Iacovacci, non fa sconti: «I servizi sono fermi. Fino a quando le politiche sociali resteranno merce di scambio per l'occupazione del potere non ne usciremo. I contratti sono scaduti evidenzia il capogruppo di «La Svolta» - ed evidentemente le inchieste in corso a Salerno e Caserta hanno scoraggiato il Comune dal fare nuove proroghe. Ma l'ente ha gravi colpe perché si è scordato di far la nuova gara. E paga la povera gente».

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Il Mattino