Avella: spari contro la compagna, Crisci ci aveva già provato

L'uomo aveva rotto il naso alla donna

Pellegrino Crisci e Michela Principe
Pellegrino Crisci, accusato del tentato omicidio della sua ex compagna Michela Principe (49enne di Mugnano del Cardinale) e del ferimento di Giuseppe Miele (32enne di Sirignano)...

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Pellegrino Crisci, accusato del tentato omicidio della sua ex compagna Michela Principe (49enne di Mugnano del Cardinale) e del ferimento di Giuseppe Miele (32enne di Sirignano) stamattina alle 9.30 dovrà comparire davanti al gip del tribunale di Avellino, Francesca Spella per la convalida del fermo e l'interrogatorio di garanzia. Interrogatorio fissato nelle aule del palazzo di giustizia di Avellino, ma ieri mattina Crisci - 41enne di Sirignano ai domiciliari per maltrattamenti ha subito un intervento chirurgico al femore per un colpo d'arma da fuoco rimediato nella fuga tra i comuni del Mandamento Baianese. Dunque stamane sarà il medico dell'ospedale di Avellino a dover stabilire se Crisci è trasportabile o meno per affrontare l'interrogatorio, affiancato dal suo avvocato Gaetano Aufiero. Dunque non è escluso che l'interrogatorio possa slittare. Tutto dipende dal decorso post-operatorio. Pellegrino Crisci è accusato del tentato omicidio della sua ex compagna, Michela Principe, che già nel dicembre del 2021 aveva brutalmente picchiato, provocandole la rottura del naso. Anche in quell'episodio, dopo la fine della loro relazione, Crisci aveva minacciato di ucciderla. In quel caso si armò di un coltello. La 49enne riuscì a trovare riparo in auto e grazie all'intervento dei carabinieri, allertati dalla madre di lei, la donna riuscì a salvarsi. Per quell'episodio Crisci era finito ai domiciliari. Ma lunedì pomeriggio dopo aver inseguito la sua ex compagna, ha seminato il panico tra i comuni di Avella, Baiano, Mugnano del Cardinale, Sirignano e Sperone. Michela Principe, è stata raggiunta da due proiettili al braccio sinistro mentre era alla guida della sua auto. La 49enne sarebbe stata inseguita dall'ex da Mugnano del Cardinale fino ad Avella. Crisci avrebbe premuto il grilletto più volte lungo il tragitto all'indirizzo di Michela Principe. Quest'ultima, nonostante le ferite al braccio, è riuscita a rifugiarsi nella zona di via Santa Croce e a chiedere aiuto. Ha poi fornito indicazioni sul suo aggressore ai carabinieri della Compagnia di Baiano. È così scattata la caccia all'uomo con militari intervenuti sia in borghese che in divisa.

Ma Crisci, accecato dal rifiuto della donna con Michela Principe, si sarebbe recato a Sirignano per sparare alle gambe di un 32enne del posto, Giuseppe Miele. Subito dopo è scappato via a tutta velocità. I militari che erano già sulle sue tracce lo hanno intercettato a bordo di una Maserati. Anziché fermarsi all'alt dei carabinieri, Crisci ha ingranato la marcia, dandosi alla fuga. Ne è nato un inseguimento tra le strade del Baianese in mezzo ad auto e case, fino a Sperone, dove sono stati esplosi altri colpi di arma da fuoco. Gli stessi carabinieri sarebbero stati costretti a sparare. L'azione degli uomini dell'Arma ha consentito di bloccare e arrestare Crisci, rimasto ferito in maniera non grave al gluteo sinistro. Il 41enne trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Moscati di Avellino (dove è tutt'ora piantonato) è stato dichiarato in stato di fermo. Ora bisogna far chiarezza sulla dinamica dei colpi d'arma da fuoco esplosi nel conflitto tra Crisci e i militari che era alle sue calcagna per bloccarlo. Michela Principe detta la tedesca per la sua capigliatura folta e bionda, dopo la medicazione al braccio è stata dimessa martedì in tarda mattinata dal presidio ospedaliero avellinese. I due proiettili che l'hanno colpita al braccio sono entrati e usciti senza determinare conseguenze gravi. Il 32enne Giuseppe Miele è stato invece trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Nola. Sono in corso delle indagini per capire perché Crisci gli abbia sparato e che ruolo ha nella vicenda. Lo scorso aprile Crisci era stato raggiunto da un'ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere perché accusato, insieme a Bernardo Cava detto Aldo, di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore di Sirignano al quale era stato incendiato un mezzo da lavoro. Misura successivamente annullata ad entrambi dal tribunale del Riesame dopo pochi giorni di detenzione nel carcere di Poggioreale

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Il Mattino