«Dal processo civile sulla strage del bus precipitato nell'Avellinese, dal viadotto Aqualonga, emerge un importante riscontro alla tesi della difesa di Gennaro Lametta...
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Pisani e l'avvocato Giuseppe Siciliano difendono in sede penale e civile Lametta, proprietario del bus e fratello del conducente che figura tra i deceduti. Pisani ha da poco presentato l'atto di Appello alla sentenza penale con la quale il Tribunale di Avellino ha condannato in primo grado a 12 anni di carcere Lametta. Sentenza avversa, di recente, anche in sede civile per Lametta, ritenuto colpevole di non avere controllato la corretta esecuzione del lavoro di manutenzione al giunto incriminato. L'avaria del giunto di trasmissione e la perdita del semigiunto di collegamento al differenziale è stata spiegata dai tecnici nominati in sede civile con l'inidoneo serraggio dei perni di accoppiamento, eseguito senza una chiave dinamometrica, così come invece richiesto dalle norme tecniche. Per i periti, in sostanza, la diversità di serraggio dei perni sarebbe verosimilmente alla base di un eccesso di carico su alcuni di essi con la conseguente «rottura per fatica» del materiale e il conseguente sovraccarico di quelli ancora integri, fino al loro progressivo e successivo cedimento.
«Al di là della correttezza del ragionamento del giudice civile che individua Lametta come responsabile dell'errore commesso dal meccanico - spiega Pisani - questo dato riscontra in pieno la tesi della difesa che ha sempre sostenuto che alla base dell'incidente vi fosse un errore del meccanico del bus». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino