Riapertura scuole ad Avellino: rivolta dei genitori del Quinto Circolo

Riapertura scuole ad Avellino: rivolta dei genitori del Quinto Circolo
Classi divise in due sull'altare del Covid. E i genitori insorgono. Mamme e papà puntano l'indice contro il Comune e il Provveditorato agli studi. ...

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Classi divise in due sull'altare del Covid. E i genitori insorgono. Mamme e papà puntano l'indice contro il Comune e il Provveditorato agli studi.


Non c'è pace nel mondo della scuola che prova a ripartire. Stavolta la protesta arriva da via Scandone. La dirigente scolastica del «Quinto circolo Giovanni Palatucci» ha comunicato, infatti, alle famiglie la necessità di separare gli alunni delle classi numerose. In pratica, costruendo classi «Covid» ad hoc nei diversi casi in cui ci siano più di 16-17 bambini in una sola aula.

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Una decisione che per i genitori è inaccettabile. Tanto più che i criteri, incentrati principalmente sui voti ottenuti nel primo quadrimestre dell'anno scorso, non sembrano chiarissimi. Ma i familiari dei bambini lamentano anche di non essere mai stati interpellati. Allora è già partita una missiva, firmata dai genitori delle classi quarta e quinta C, prima, seconda, terza, quarta e quinta B. Tutti tranne due. E il j'accuse è durissimo: «Chiediamo - scrivono i genitori riferendosi al sindaco, Gianluca Festa ed al provveditore, Rosa Grano - un intervento in aiuto alla dirigente scolastica, Angela Tucci, per scongiurare questa soluzione. Non troviamo accettabile che i nostri figli vengano sottoposti ad un tale stress emotivo, dovuto al distacco dai propri compagni di classe, con i quali hanno trascorso anche metà della loro vita». E poi il rapporto con le maestre: «Reputiamo - continuano - impossibile assecondare l'interruzione del rapporto che intercorre con loro, e che non si limita ad un passaggio nozionistico, ma è una relazione affettiva, fiduciaria, confidenziale e di affidamento. Una separazione anche parziale - affermano - creerebbe gravi disagi, come già verificatosi nel lockdown».

Insomma, mamme e papà temono ripercussioni anche psicologiche sugli alunni: «È ingiusto per un bambino dover accettare di essere escluso dalla propria classe, qualsiasi possa essere la logica. La classe Covid, infatti, verrà formata da bambini provenienti da due o più classi e tutti i bambini coinvolti si sentiranno traditi dall'istituzione con cui tutti i giorni sono chiamati a convivere».

Ma per adesso dal sindaco e dal provveditore non sono giunte risposte. Nel frattempo, la dirigente scolastica ha inviato anche ai genitori la missiva con i criteri stabiliti per la riorganizzazione delle classi. Ribadito che «per garantire il distanziamento previsto, qualche classe potrebbe essere suddivisa in due gruppi» ma che, «dopo l'emergenza, gli stessi saranno riunificati». Poi spiega: «Il Consiglio di circolo ha individuato criteri oggettivi. Si parte dai voti più alti riscontrati nella classe dice si seleziona il primo alunno in ordine alfabetico fino a raggiungere il numero di alunni da convogliare nel primo gruppo». In presenza di gemelli nella stessa classe, l'eventuale spostamento avviene in due. I diversamente abili, invece, restano nel gruppo uno. Un tentativo, quello della preside, di rispondere alle prescrizioni anti-Covid sul tema del distanziamento. Ma che per i genitori è intollerabile.
 
Il portavoce delle famiglie, Gennaro Oliva, sottolinea l'indifferenza delle istituzioni: «Né il sindaco, né il provveditore ci hanno degnato di una risposta. Eppure ribadisce c'è il rischio che si smembrino 15 classi per 300 bambini, per non aver realizzato i lavori necessari di ampliamento delle aule. Ad oggi - aggiunge - malgrado abbia iscritto mia figlia in una specifica sezione e classe, abbia ritirato i libri scolastici, non conosco quali saranno i docenti, di quale sezione farà parte e quali saranno i compagni di classe».

Un nuovo caso, dunque, esplode in città e testimonia quanto sarà difficile trovare la quadra per un ritorno in classe che sia almeno accettabile.


Impegnato a fronteggiare costantemente una miriade di questioni legate proprio a questi aspetti, l'assessore all'Istruzione, Giuseppe Giacobbe, però, smorza i toni della querelle relativa al Quinto circolo: «Questa scelta rientra nell'autonomia scolastica, e noi come amministrazione non possiamo interferire. Tra l'altro aggiunge l'assessore i criteri adottati dalla dirigente scolastica sembrano pensati proprio per evitare classi ghetto. E noi lo condividiamo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino