Due medici aggrediti in corsia nei pronto soccorso di Avellino e Ariano

Due medici aggrediti in corsia nei pronto soccorso di Avellino e Ariano
Un giorno di ordinaria follia nei Pronto soccorso di Avellino e Ariano Irpino dove si sono verificate due aggressioni, da parte di altrettanti pazienti, ai danni degli infermieri....

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Un giorno di ordinaria follia nei Pronto soccorso di Avellino e Ariano Irpino dove si sono verificate due aggressioni, da parte di altrettanti pazienti, ai danni degli infermieri. Nel reparto di emergenza di Contrada Amoretta, ieri pomeriggio attorno alle 16, una ragazza di 28 anni, residente nel capoluogo, è giunta a bordo di un'ambulanza del 118 ed è stata accettata al triage in codice rosso a causa di un forte stato di agitazione: già prima del trasporto, nella sua abitazione, aveva tentato di aggredire i sanitari. Entrata in reparto, in evidente alterazione psichica - lei stessa avrebbe poi dichiarato di aver assunto consistenti quantità di alcool la giovane ha inveito contro gli infermieri tentando ripetutamente di colpirli con calci e pugni. Solo grazie all'intervento della guardia giurata e di altri operatori presenti in sala, la situazione è tornata alla normalità. Per i paramedici coinvolti non sono state necessarie le cure dei colleghi.


Al «Sant'Ottone Frangipane» di Ariano Irpino, invece, un quarantenne originario di Mirabella Eclano, accompagnato dal padre, è arrivato al Pronto soccorso a seguito di un incidente stradale. L'uomo è andato in escandescenze aggredendo chiunque gli capitasse a tiro. Poi è riuscito a divincolarsi e a fuggire dal nosocomio da un'uscita secondaria. Dopo essere scappato, i carabinieri si sono messi sulle sue tracce e una volta raggiuntolo hanno rischiato a loro volta di essere malmenati. Trasportato nuovamente al «Frangipane», per l'uomo è stato disposto il provvedimento di Trattamento sanitario obbligatorio (Tso). La doppia aggressione di ieri riaccende i riflettori sulla questione sicurezza all'intero dei Pronto soccorso che l'anno scorso, dopo 3 casi registrati in meno di un mese, aveva spinto l'allora direttore generale del «Moscati» Angelo Percopo ad adottare misure straordinarie (con il raddoppio delle guardie giurate e la concessione di un'indennità di rischio a infermieri e Oss). «I diritti degli operatori sanitari vanno tutelati», dice Licia Morsa, segretario generale della Funzione pubblica Cgil -. Ma il problema non è il Pronto soccorso in sé, ma la carenza di personale che genera difficoltà ogni giorno. Adesso che il piano di fabbisogno del personale è stato approvato, è il momento di assumere. Soltanto così si potranno colmare le ataviche lacune del reparto di emergenza e limitare i disagi». Antonio Santacroce, segretario generale della Cisl Funzione pubblica Irpinia-Sannio, bacchetta la direzione strategica: «Dispiace ancora una volta dover costatare episodi del genere. Da parte nostra, abbiamo più volte sollecitato la direzione aziendale senza ricevere, però, alcun riscontro. È pura illusione tentare di risolvere la problematica con estemporanee iniziative, come quelle recentemente adottate attraverso l'istituzione di posti tecnici in aggiunta a quelli ordinari negli altri reparti. Se non si affronta con la dovuta responsabilità la problematica, unitamente al coinvolgimento delle parti sociali sino ad oggi escluse, il risultato è questo». Quindi l'ultimatum: «Se a breve non saremo coinvolti, interesseremo le autorità competenti per tutelare la incolumità dei lavoratori, ormai allo stremo, e dell'utenza». Rincara la dose l'omologo della Uil Federazione poteri locali: «In queste strutture dice Gaetano Venezia - si continua a non salvaguardare i lavoratori che rischiano ogni giorno la propria incolumità. Come sindacato abbiamo recentemente tenuto un incontro a Napoli sul tema e abbiamo proposto di dare la qualifica di pubblico ufficiale a chi lavora in Pronto soccorso: per il momento nessun passo in avanti è stato fatto in questo senso con nostra grande rammarico e altrettanta preoccupazione». È una situazione, secondo Venezia, non più tollerabile e che sarà presto portata all'attenzione del management della città ospedaliera: «Martedì prossimo incontreremo il direttore generale del Moscati, Renato Pizzuti». Chiede l'approvazione al più presto del disegno di legge contro le aggressioni al personale sanitario, il segretario aziendale del Nursind, Michele Rosapane: «È una misura necessaria che aspettiamo con ansia: il fenomeno è dilagante in quei reparti più esposti al rischio».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino