Baby prostitute al circolo l'Incontro: ridotte le pene per gestore e clienti

Baby prostitute al circolo l'Incontro: ridotte le pene per gestore e clienti
Baby prostitute al circolo l'Incontro: riduzione di pena per i due imputati, Federico De Vito e Mario Luciano. La V...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Baby prostitute al circolo l'Incontro: riduzione di pena per i due imputati, Federico De Vito e Mario Luciano.


La V sezione della Corte di Appello di Napoli, ha riformato la sentenza di primo grado, emessa a seguito di rito abbreviato dal gip partenopeo, condannando il gestore del noto circolo cittadino a sei anni e mesi otto di reclusione ed euro 14mila di multa, e Luciano ad un anno e otto mesi.

Del resto anche il procuratore generale presso la Corte di Appello di Napoli durante la sua requisitoria aveva avanzato una richiesta di rideterminazione di pena, sulla scorta di uno dei motivi di appello presentati dagli avvocati Ennio Napolillo e Claudio Frongillo, per il gestore del circolo privato chiedendo alla corte, per effetto dell'aumento dovuto alla continuazione dei reati, uno sconto di pena.

Da dieci anni e 4 mesi di reclusione inflitti in primo grado, il procuratore generale per De Vito, ne aveva chiesti 8 anni e 9 mesi.
 
Uno sconto di pena significativo, dunque, quello riconosciuto dalla Corte di Appello ai due imputati, accusati di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, nonché atti sessuali con minori, ai quali la Corte di Appello ha riconosciuto le attenuanti generiche.

Ed infatti il gip del Tribunale di Napoli, De Falco Giannone, dopo le discussione dei riti abbreviati, condannò ad aprile 2018 il gestore del circolo L'Incontro, Federico De Vito a dieci anni e quattro mesi di reclusione e al pagamento di 70mila euro di multa e a due anni di reclusione, con pena sospesa, e al pagamento di 4mila euro di multa l'altro imputato, Mario Luciano, difeso dagli avvocati Gianfranco Iacobelli e Generoso Pagliarulo, considerato dalla pubblica accusa cliente abituale dell'attività ricettiva di via Vasto.

Furono le dichiarazioni delle ragazzine - alcune delle quali poi si sono costituite parte civile nel processo con il patrocinio degli avvocati Capone, Forcione, D'Ercole, Scibelli- le intercettazioni telefoniche e i numerosi pedinamenti effettuati dai carabinieri del comando provinciale di Avellino, agli ordini del colonnello Massimo Cagnazzo, a consentire di completare il quadro probatorio nei confronti degli imputati.

Il giro di prostituzione minorile, sarebbe stato condotto dal 70enne Federico De Vito, tutt'ora sottoposto agli arresti domiciliari, dal 2014 quando alcune delle vittime avevano solo 14 anni.

Gli incontri sessuali, stando a quanto sostenuto dagli inquirenti, avvenivano all'interno del noto circolo cittadino, da anni luogo di ritrovo dei giovanissimi della città e dell'hinterland.

Il titolare del locale, avvicinava le ragazzine rimaste coinvolte, dapprima circuendole con complimenti ed avances, per poi chiedere di avere rapporti sessuali con lui e con gli altri due indagati, Mario Luciano e Pino Roselli, condannato anche lui a due anni di reclusione, pena sospesa, dopo aver patteggiato.

Dalle indagini emerse che il titolare del circolo, avvicinava le ragazze prospettandogli la possibilità di lavorare sia presso la sua attività che altrove dietro la promessa di un cospicuo guadagno economico da 10 ad un massimo di 100 euro.


Inoltre le invogliava a dimostrarsi «disponibili alle proposte insane» sue e dei clienti e, una volta percepito il loro stato di bisogno economico e approfittando della loro fragilità emotiva, le invogliava ad avere rapporti sessuali. Infine organizzava incontri tra le ragazze e gli altri due soggetti, condannati per aver intrattenuto rapporti sessuali con minorenni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino