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«Il sindaco Spagnuolo e il vicesindaco, Landi, mentono, sapendo di mentire, sullo stato di salute delle casse comunali di Atripalda».
E’ l’atto di accusa della consigliera di opposizione, Nancy Palladino, dopo la tormentata seduta di consiglio comunale della città sul Sabato.
«Abbiamo lasciato in eredità all’attuale amministrazione, un quadro economico, risanato – spiega la consigliera – con una disponibilità di cassa evidente. Casse che andavano ulteriormente rafforzate, con attenzione e premura.
Ben ha fatto il sindaco Spagnuolo, invece, forte del tesoretto ereditato, a spendere e spandere, anche con spese rinviabili, come le indennità aumentate, l’impianto audio della sala consiliare oltre a ben altri provvedimenti strutturali che hanno finito per rendere moribonde le finanze del Comune. Metaforizzando – afferma Palladino – hanno “preso un bambino ( i conti del Comune) che l’amministrazione del sindaco Giuseppe Spagnuolo aveva faticosamente salvato e lo hanno messo nell’acqua ghiacciata».
«E’ tempo di finirla con le chiacchiere – aggiunge Palladino – i numeri hanno la bellezza dell’incontrovertibilità. In cassa c’era quasi mezzo milione, quando siamo andati via, adesso ci sono debiti per oltre un milione. Al di là degli artifici retorici e dialettici, i cittadini di Atripalda sanno far di conto, e sanno che in meno di un anno di amministrazione targata Spagnuolo Paolo sono stati erosi, in maniera poco oculata quasi due milioni di euro, che ora, saranno costretti a sborsare, con l’aumento di tutto ciò che era aumentabile.
«Purtroppo – chiosa Palladino – questo i cittadini di Atripalda non possono saperlo da atti ufficiali, che l’attuale amministrazione si guarda bene di “criptare” mettendo a rischio la tenuta democratica dell’assise cittadina. Resoconti ufficiali raffazzonati, verbali redatti con evidenti licenze di sintesi, divieto delle dirette streaming. Dopo l’utilizzo del termine “bastonatura” registrato nell’ultimo comunicato stampa offerto dalla maggioranza e la mortificazione del confronto democratico in consiglio comunale, al quale viene applicata sistematicamente la censura, abbiamo capito che questa amministrazione (nella quale pure figurano ex sedicenti pensatori liberi e paladini della libertà di espressione) si è allineata al vento politico nazionale. Faccio appello (immagino inutile visto che ha ben pensato di togliere la parola alla sottoscritta nelle recenti sedute di consiglio) al presidente del consiglio comunale, Franco Mazzariello, il quale nelle sue funzioni deve garantire l’esercizio democratico del confronto politico e non essere l’esecutore della volontà della maggioranza di zittire l’opposizione, che tra l’altro, visti i numeri, non dovrebbe essere nemmeno necessario. Ma evidentemente è più facile imporre il silenzio agli oppositori che dimostrare le proprie ragioni. La città che ha dato i natali a Sabino Cassese, impareggiabile difensore della pluralità e dei diritti in Democrazia, non merita questa ingloriosa gestione dell’assise cittadina, per responsabilità di questa amministrazione».
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Il Mattino