Bollani, un pianoforte in fiore

Si chiude domani con un concerto la stagione del teatro Gesualdo

Bollani, un pianoforte in fiore
Saranno i tasti bianchi e neri di un pianoforte, ma soprattutto le dieci dita di Stefano Bollani a chiudere la stagione teatrale del Gesualdo. Quello di domani sera (alle 21)...

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Saranno i tasti bianchi e neri di un pianoforte, ma soprattutto le dieci dita di Stefano Bollani a chiudere la stagione teatrale del Gesualdo. Quello di domani sera (alle 21) è l'ultima attrazione di un cartellone, allestito per il secondo anno dal direttore artistico Enrico Provenzano, che si è confermato avere pochi emuli nel Centro Sud. Bollani chiuderà portando una ventata di primavera. Blooming (fioritura) è infatti il titolo del suo nuovo album, uscito la scorsa settimana, che ha coinciso con il ritorno dal vivo.

«Il nuovo disco è il punto di partenza di uno spettacolo in cui omaggio anche altri compositori. Mi piace annusare la platea, percepire le sue reazioni coinvolgendola attivamente. Di solito costruiamo insieme il bis finale». Il pubblico, il teatro ed il pianoforte, le tre variabili per battere la routine: «Tutte le sere la mia musica si confronta con un suono diverso che deriva da un pianoforte e da un teatro differenti». Si ritorna anche al Sud. Per Bollani è un po' come il suo fortunato salotto televisivo Via dei Matti n°0 (ritornerà in autunno per la terza edizione) che ha condiviso insieme a sua moglie, l'attrice Valentina Cenni, ed una novantina di artisti italiani: «C'è lo stesso senso di casa e di ospitalità. Qui c'è qualcosa di vulcanico, un propellente innato. Siete riusciti a mantenere viva la vostra identità cosa che altrove si è progressivamente persa nelle nuove generazioni.

Al Sud ci sono ancora giovani che conoscono e che parlano il proprio dialetto e sanno di musica popolare. Confesso di conoscere poco l'Irpinia». In compenso conosce molto bene Vinicio Capossela. Insieme alla Vanoni è stato l'unico ad essere ospite due volte in Via dei Matti: «È uno degli elementi più intelligenti e caldi del nostro panorama musicale. Gli manderò un messaggio. Chissà, magari domani sarà con noi». Oggi c'è un nuovo senso di casa: «Per anni mi sono sentito a casa ovunque. Poi mi sono accorto che voleva dire non esserlo da nessuna parte. Ora casa per me è mia moglie Valentina. Con lei potrei vivere ovunque».

Poche contrarietà nel mondo della musica: «Ho avuto la fortuna di non aver incontrato persone brutte. Per carità, esistono anche in questo ambiente, ma c'è un dato comune. È un mondo di appassionati, di gente che insegue la bellezza. La competizione, se c'è, non è quella che si riscontra in altri campi. Non giochiamo un campionato in cui se dovessi suonare male una sera, c'è Danilo Rea che ci guadagna».

Proprio tra Bollani e Danilo Rea un rapporto da mano nella mano alla Nadal-Federer: «Questo accade se ci sono due persone che si stimano. Sono felice quando sento suonare Danilo. Non può esistere competizione, non c'è una lotta per il posto di lavoro». E poi c'è sua figlia Frida: «Rimango sorpreso dalle sue scelte, dalla sua sensibilità musicale, molto diversa dalla mia alla sua età. Frida è ironica e cerca la bellezza in tutto quello che fa. Il suo talento adamantino, è molto più esplicito del mio. È qualcosa di salutare anche per il mio ego. A volte mi dico: "guarda che questa qui è più avanti di te alla sua età"».


La creatività è passata progressivamente dal mondo lirico-sinfonico al mondo pop e jazz. Bollani, così naturalmente crossover, ha il suo pensiero sulla disputa tra i due mondi: «Credo che la creatività ci sia in tutti i generi musicali. Anche nella tanto vituperata trap ho riscontrato cose superiori alla media. Tutti coloro che hanno scritto musica che oggi chiamiamo classica, ai loro tempi erano degli innovatori, degli avanguardisti».
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Il Mattino