Esiste già un compromesso con tanto di impegno a versare il doppio della caparra agli acquirenti nel caso di mancato rogito notarile. L'affare tra il gruppo capeggiato...
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L'ex presidente del Campobasso calcio è stato autorizzato dai suoi soci a parlare alla stampa rompendo il ghiaccio a Radio Punto Nuovo. Facendo attenzione a non infrangere il patto di riservatezza firmato con Scalella, Circelli ha ammesso di attendere delle risposte definitive entro il 19 novembre, giorno in cui la Sidigas dovrebbe scongiurare del tutto il rischio fallimento definendo anche la tempistica per la ristrutturazione del debito. Tempistica che cozzerebbe con le imminenti scadenze del calcio Avellino. Da qui la sofferta decisione di De Cesare e di Scalella di privarsi del giocattolo Avellino: «Da parte nostra - ha ammesso Circelli - non possiamo far altro che attendere. I nostri avvocati stanno parlando con Sidigas e aspettiamo la loro decisione e i loro tempi. I presupposti perché l'affare venga definito ci sono». Nel frattempo il gruppo ha già le idee chiare sulla strada da seguire per rinforzare la squadra: «Siamo pronti a partire anche subito - ha detto - e non siamo impreparati dal punto di vista calcistico perché in questo mondo ci siamo già stati. Con i miei soci e Aniello Martone abbiamo un progetto di lunga durata perché Avellino è una piazza che merita. Per adesso vi posso dire che c'è un'ottima squadra, un buon allenatore, un ottimo direttore sportivo. Da quello che vedo manca solo la presenza di una proprietà che dia sicurezza a tutto l'ambiente. Se realizziamo l'affare, allenatore e ds non cambieranno. Non faremo rivoluzioni. Sarebbe come acquistare un'azienda e pensare di mandare via tutti. Non esiste».
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Di certo il progetto non prevede spese folli: Il mondo del calcio- ha sottolineato Circelli- sta cambiando. Prima era uno sport dove solo chi aveva grosse somme di denaro poteva costruire il suo giocattolo e scendere in campo. Oggi le squadre sono fondi di investimento, ci sono banche anche estere che investono nel calcio perché se le piazze meritano, hanno blasone e strutture c'è la possibilità di fare azienda. Non siamo persone si improvvisano imprenditori. Ognuno di noi che fa parte di questo gruppo ha delle aziende alle spalle e soldi da investire. Diversamente non ci lanceremmo in un'avventura del genere anche perché veniamo da esperienze, positive e negative, in cui abbiamo capito come funziona il calcio. Ogni piazza vorrebbe lo sceicco arabo ma bisogna anche capire che lo sceicco di turno prende solo alcune realtà metropolitane, non una squadra di terza serie. Ai tifosi che hanno mostrato qualche perplessità, però, Circelli ha ribadito la solidità del gruppo: Il tribunale - ha fatto notare- ha già espresso una sua valutazione. Dopo aver dato un valore alla società siamo stati valutati in grado di acquistarla considerandoci solidi. I tifosi dovrebbero partire da questo dato di fatto. Certo, se qualcuno si aspetta che ci presenteremo acquistando Ronaldo, si sbaglia. Con Luigi e Nicola Di Matteo sappiamo cosa vogliamo e cosa dobbiamo fare per ottenerlo anche perché saremo una società senza padre padrone. Izzo dovrebbe essere presidente, perché siamo imprenditori alla pari con le stesse quote senza velleità di mostrarsi e apparire. Luigi è un giovane intraprendente che proviene da una famiglia importante e ed è giusto lanciarlo come presidente. Personalmente mi reputo solo un investitore. Non penso a cariche particolari, mi interessa far parte del gruppo di lavoro accomunato dalla passione per il calcio.
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Il Mattino