Campi rom in Alta Irpinia, Cesaro: «Sono stato frainteso»

Campi rom in Alta Irpinia, Cesaro: «Sono stato frainteso»
«Guardate, nessuno ha parlato di deportazioni. E nemmeno di trasferire in Alta Irpinia i rom, se non qualche speculatore in cerca di un po' di visibilità»....

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«Guardate, nessuno ha parlato di deportazioni. E nemmeno di trasferire in Alta Irpinia i rom, se non qualche speculatore in cerca di un po' di visibilità». Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, risponde così dopo il putiferio nato dalla presentazione della sua proposta di legge sui rom. «La proposta choc sarebbe quella che nessuno legge e tutti commentano», si chiede. E aggiunge: «Quindi sarebbe scioccante proporre di eliminare una volta e per tutte i vergognosi campi rom, i ghetti in Campania? Sarebbe sbagliato chiedere ai rom di rispettare le regole, di vaccinare e mandare a scuola i bambini, di integrarsi civilmente attraverso politiche di inclusione sociale ed anche abitative da condividere ovviamente coi territori e rispettivi sindaci?».

 
Da destra a sinistra, da Avellino all'Alta Irpinia, Cesaro era finito nel mirino soprattutto per la prospettiva tracciata di dislocare i campi nei territori periferici della regione. Gli stessi territori che chiedono sviluppo. Ma l'azzurro non ci sta e sulle aree interne chiarisce: «Premesso che anche in provincia di Napoli ci sono Comuni che soffrono il problema dello spopolamento e che la legge vale per tutto il territorio regionale, ribadisco che nessuno ha parlato di deportazioni. Ad Orria, nel Cilento, il sindaco vende le case sfitte al prezzo simbolico di un euro. Possiamo chiedere a lui e alla sua comunità se ritengono di accogliere dieci famiglie? O di quelle abitazioni vogliamo fare seconde case per i ricchi, per qualche facoltoso turista inglese o tedesco? Nella legge aggiunge - non c'è nessun obbligo calato dall'alto. Se qualcuno non è d'accordo con questa impostazione non c'è problema, ma abbia il coraggio di dire ai cittadini di Giugliano, di Scampia, di Casoria, come pure di Benevento e Salerno, di tenersi i loro campi rom». Irpinia terra di potenzialità e criticità. Ma Cesaro quanto conosce queste zone? «Terra straordinaria l'Irpinia, come Sannio e Cilento risponde -. In provincia di Avellino ho visitato diversi borghi e centri storici e ci tornerò sicuramente. Ne conosco i problemi, a partire da quelli legati al rischio idrogeologico ma tutto si può dire fuorché che non mi sia speso per le aree interne. Per dirne una, la battaglia in Regione per scongiurare la chiusura del Genio Civile di Ariano l'ho condotta per primo e in prima persona. Stesso dicasi per Benevento, appena un mese fa ero a Sassinoro a scongiurare l'ampliamento scellerato di un impianto rifiuti voluto da De Luca. Per non parlare della battaglia per l'ospedale Rummo. Oggi chi sostiene che io dica solo via i rom da Napoli, portiamoli in Irpinia o in Cilento o altrove, afferma un'idiozia. Per carità, non ho detto che è un idiota».


Poi spiega nel dettaglio la sua proposta di legge: «A me non sembra normale che a Giugliano, con migliaia di richieste di alloggi popolari pendenti si spendano più di due milioni di euro per fare un villaggio-ghetto rom. Se tutto questo ha scatenato un putiferio posso solo pensare che qualcuno, piuttosto che leggersi la proposta che sta sul sito del Consiglio regionale dal 2016, ha preferito ritagliarsi qualche dichiarazione strumentalmente utilizzata. Noi abbiamo presentato una proposta ed abbiamo sfidato il Consiglio regionale a discuterla. Da altri, Salvini, De Luca e compagni, solo chiacchiere. Naturalmente non riteniamo di avere la soluzione in tasca, ma neppure crediamo che si possa lasciare spazio agli agitatori di professione a caccia di qualche voto. Il tema c'è. E finalmente pure una proposta». E sul leghista Morano, che per primo ha attaccato il forzista, Cesaro chiude: «Sabino Morano? Non ho il piacere». Mentre sul rapporto Forza Italia-Lega in Campania chiarisce: «Noi siamo nel pieno di un lavoro di rinnovamento e rilancio del partito e contiamo su percentuali di consenso distinte e distanti da quelle di altri».
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Il Mattino