Caos Landolfi, il pronto soccorso diventa «punto di primo intervento»

Caos Landolfi, il pronto soccorso diventa «punto di primo intervento»
L'ospedale Landolfi di Solofra non avrà più il pronto soccorso. Si concretizza, dunque, quanto paventato qualche mese fa dopo il cosiddetto piano di rilancio...

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L'ospedale Landolfi di Solofra non avrà più il pronto soccorso. Si concretizza, dunque, quanto paventato qualche mese fa dopo il cosiddetto piano di rilancio proposto da Renato Pizzuti, direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati dalla quale il plesso della cittadina conciaria dipende dopo l'annessione sancita dal decreto regionale 29 del 2018.

Ed è proprio attorno a questo decreto che ruota il nuovo provvedimento emesso lunedì sera dalla Giunta regionale che accogliendo i rilievi del manager di Contrada Amoretta (non in carica quando il decreto fu concepito) ne ribalta i contenuti disponendo, inoltre, «la revoca di qualunque atto o disposizione in contrasto». In sostanza, il Landolfi anziché essere potenziato (diventando anche polo specialistico) ne esce ulteriormente ridimensionato (perdendo anche altri 3 reparti).

Sul Bollettino della Regione è stata pubblicata la delibera della giunta regionale nella quale è sancita «l'istituzione di Punto di primo Intervento presso il Landolfi Solofra anche in considerazione della breve distanza (15,7 chilometri) che separa i due presidi dell'Azienda», ovvero la distanza tra Solofra Avellino. Quindi addio al Pronto soccorso per allestire una struttura che provvederà soltanto alla stabilizzazione dei pazienti. E che, in una prima fase, sarà testata in via sperimentale: «In quanto sarà oggetto di una attenta valutazione della relativa operatività, comparativa con le medesime attività pregresse e future del pronto soccorso della città ospedaliera, al fine di valutarne la compatibilità con gli standard esistenti».

A differenza di un vero pronto soccorso, nel punto di primo soccorso non sono previsti la diagnostica e l'interventistica d'urgenza, il laboratorio di Radiologia e di Analisi, l'Ortopedia, la Medicina, la Cardiologia, la Chirurgia con posti letto per intervenire sull'emergenza-urgenza. Dopo la stabilizzazione del paziente sarà quindi definito il trasferimento al reparto di competenza.

Ma non è tutto. A Solofra non c'è spazio nemmeno per Ostetricia e ginecologia, Pediatria e Odontoiatria e stomatologia. I tre reparti saranno soppressi: si tratta di 29 posti letto in tutto che l'Azienda ospedaliera sostituisce con l'attivazione di 2 posti per Medicina del lavoro, 2 per Medicina nucleare, 15 di Lungodegenza e Recupero e riabilitazione funzionale e 10 in Chirurgia toracica. Tuttavia, nella delibera non è specificato se i nuovi letti andranno tutti al Landolfi. Per saperlo, bisognerà attendere il prossimo 30 giugno, termine entro il quale Pizzuti dovrà provvedere alla riadozione dell'Atto aziendale. Infine, non c'è traccia dei poli specialistici di Oculistica (che resta al Moscati di Avellino) e di Geriatria inizialmente previsti.

Si diceva del piano di rilancio annunciato, qualche mese fa, dal manager Pizzuti e che trova adesso piena applicazione nella delibera di giunta. In una lunga e dettagliata relazione, infatti, il management del Moscati aveva messo in evidenza una serie di criticità, emerse soprattutto durante l'emergenza sanitaria per il Covid-19, che avrebbero determinano difficoltà a dare piena attuazione al decreto 29. Queste criticità erano state accompagnate da altrettante proposte alternative di rimodulazione, con l'obiettivo «di ricevere adeguati indirizzi operativi circa la destinazione funzionale del plesso Landolfi». Quindi alla richiesta della direzione strategica di adeguare la configurazione del presidio ospedaliero «a un più appropriato assetto delle attività assistenziali per ottenere una più efficiente integrazione tra i due plessi della stessa Azienda» rispetto alle disposizioni previste nel decreto di accorpamento, la Regione aveva già comunicato di condividere e prendere atto di quanto rappresentato. 

Nello stesso piano di rilancio era ribadita la necessità di effettuare importanti lavori di riqualificazione il cui cronoprogramma, però, è slittato di mesi. Al momento, restano tutti confermati. C'è un finanziamento di 2 milioni e 675mila euro, già erogato, per l'adeguamento antincendio del plesso; è in corso l'aggiudicazione della gara di appalto per il rifacimento della cabina antincendio di trasformazione (675mila euro) i cui lavori, presumibilmente, dovrebbero partire entro giugno e saranno ultimati in 60 giorni. In fase di pubblicazione, poi, la gara per l'impiantistica antincendio delle Unità operative (2 milioni di euro), il cui espletamento dovrebbe concludersi in 60 giorni.

Per ciò che concerne il finanziamento di circa 7 milioni e mezzo di euro, per il quale l'Azienda Moscati ha presentato il relativo progetto a settembre scorso, si è in attesa che sia istruito dall'apposita commissione regionale. I lavori, che dovrebbero verosimilmente partire entro la prossima estate, sono divisi in 6 lotti: messa in sicurezza della facciata del fabbricato, rifacimento di blocco operatorio e sterilizzazione, adeguamento del Servizio psichiatrico, realizzazione del reparto di Riabilitazione e Lungodegenza, riassetto delle Unità operative del secondo e del terzo piano. Tutto pronto, infine, dopo il rilascio della Scia da parte del Comune per la realizzazione di 4 posti di terapia intensiva e per il rifacimento di una delle sale operatorie.
 

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Il Mattino