Centro storico, i residenti promuovono a metà la Ztl: «Il problema è la viabilità»

Centro storico, i residenti promuovono a metà la Ztl: «Il problema è la viabilità»
La chiusura del centro storico alle auto quale presupposto per la sua riscoperta, ridurre l'inquinamento e sostenere il commercio. Ma con l'incognita di un piano traffico...

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La chiusura del centro storico alle auto quale presupposto per la sua riscoperta, ridurre l'inquinamento e sostenere il commercio. Ma con l'incognita di un piano traffico che non c'è e a patto che non si tratti della mera chiusura di una strada, che si ascoltino i residenti sul versante dei servizi e si attivino attrattori.


I residenti «illustri» del cuore antico di Avellino sono favorevoli, in linea di massima, al cambio di passo, e di mentalità, alle porte con l'attivazione, da mercoledì, di sette varchi Ztl dalle 20 all'1. Ma chiedono all'amministrazione Festa quel progetto ambizioso e organico che, per ora, esiste solo sulla carta.
Gennaro Romei, già assessore alla Cultura di Palazzo di Città, vive e lavora, col locale di cui è socio, nel centro storico. E chiede che si vada oltre: «Sono molto favorevole alla Ztl, se diventa il primo passo per la pedonalizzazione e per un modo differente di vivere la città. Forse sarebbe meglio partire alle 20.30 per consentire ai negozi di chiudere con serenità e contemperare tute le esigenze. Ma affinché il centro storico sia poi realmente vissuto d'intesa con i commercianti, l'amministrazione deve organizzare micro-eventi di qualità, dal teatro alla musica, con le eccellenze che abbiamo». Da residente, Romei non teme disagi: «Può essere un'opportunità per passeggiare e vivere meglio la zona, va solo messa a punto l'organizzazione».

Uno dei varchi sarà attivato a via Luigi Amabile. Il perimetro della chiusura, dunque, sarà vasto. Qui abita da anni Maurizio Picariello, ingegnere, poeta e scrittore. Che ha un suo interessante punto di vista: «La pedonalizzazione, se non troppo estesa, porta un assoluto giovamento. Penso invece che non abbia senso arrivare fino a Corso Umberto». I benefici, per Picariello, potrebbero quindi essere oggettivi: «Sia in termini di qualità dell'aria, perché è noto che non sia buona, che di riscoperta delle nostre ricchezze». È qui che lo scrittore si sofferma: «Io stesso ammette non sapevo come fosse fatta l'area sotto l'Orologio. Ma abbiamo opere catacombali come la cripta del Duomo, la chiesa dell'Immacolata concessione, o quella di Monserrato. Non ne sappiamo nulla».

La pedonalizzazione, dunque, può aiutare l'avellinese a «conoscere la propria storia oltre la retorica del pallone». Ma da residente, Picariello non rinuncia ad evidenziare la necessità di fare di più sui servizi e sui controlli: «Il sindaco e la sua giunta ascoltino le persone in un laboratorio di urbanistica. C'è molto da migliorare. È possibile, ad esempio, che i residenti sul Duomo continuino a parcheggiare nella Piazza e non intorno? È normale vedere auto a Salita Orologio o che nel parcheggio di Campetto Santa Rita si piazzino decine di auto che non sono della Zona 1?».
Il vulnus oggettivo del progetto è la viabilità. Mario Perrotta, ingegnere con uno studio nel cuore antico e assessore all'Urbanistica 20 anni or sono, non ci gira intorno: «Se ne parla dal 99. Oggi il passo in avanti è stato fatto, ma in maniera troppo repentina. Perché manca un piano traffico e potrebbero esserci problemi per l'accesso di un mezzo di soccorso. La viabilità rischia di andare in crisi senza il Tunnel, e sarebbe necessario capire come funzionerà il traffico. In definitiva non temo ricadute dirette per chi ci vive, ma indirette per il disordine che si verrà a creare. Senza contare che alcuni varchi, per esempio quello di Piazza Libertà, andavano messi decisamente prima».


Già parlamentare di Sinistra Italiana, assessore nel primo Galasso e strenuo oppositore dell'amministrazione Foti, Giancarlo Giordano sarà invece interessato, da residente, dal varco Ztl di Corso Umberto. E sottolinea la necessità di «andare oltre la banale chiusura delle strade». «Le pedonalizzazioni osserva funzionano se si aprono spazi nuovi, un interesse diverso, servizi e attrattori. Così diventano vivaci e richiamano le persone. Gli eventi vanno sempre bene ma il tema vero, a mio avviso, è la Collina della Terra, che resta dimenticata e voglio sperare ci sia un'idea». Se il problema dei servizi è «atavico», Giordano spera in «un progetto ambizioso». «Almeno stavolta auspica non ci sia improvvisazione».

 

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Il Mattino