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Nel giorno in cui il sindaco in carica di Pietradefusi, Nino Musto, si vede costretto a convocare per domenica prossima, 18 dicembre, un consiglio comunale straordinario per dichiarare il default la comunità del borgo del Medio Calore è scossa dalla notizia della richiesta di rinvio a giudizio dell'ex primo cittadino, Giulio Belmonte.
Abuso d'ufficio, peculato, truffa aggravata, false attestazioni, aggravanti generiche, reiterazione del reato: sono questi i capi d'accusa che la Procura della Repubblica di Benevento, competente per territorio, ha addebitato sul conto dell'ex inquilino del Municipio pietrafusano ed ex presidente dell'ASI. L'inchiesta è sul tavolo del sostituto procuratore Francesco Sansobrino.
Belmonte, attualmente componente in quota regionale dell'esecutivo dell'ASI, nel frattempo dovrà produrre una memoria difensiva a suo favore. I fatti contestati all'ex sindaco risalgono al 2019. Tutto avrebbe avuto origine da una serie di incomprensioni e scintille tra dipendenti ed ex dipendenti comunali di Pietradefusi e il sindaco di allora, culminate poi con esposti anonimi e denunce presso gli uffici della Procura del capoluogo sannita.
Sono così scattati gli accertamenti per verificare la fondatezza di quanto veniva dettagliatamente segnalato e denunciato a discapito di alcuni dipendenti del Comune di Pietradefusi poi indagati a vario titolo per assenteismo e rinviati a giudizio.
Tra loro figura pure il segretario comunale e l'ex sindaco Giulio Belmonte. Attualmente sono otto i dipendenti rinviati a giudizio a vario titolo dalla Procura della Repubblica di Benevento; per altri cinque è stato invece richiesto lo stralcio perché ogni capo di imputazione sarebbe decaduto. Mediante le classiche tecniche investigative (intercettazioni telefoniche e ambientali e riprese video) è stato possibile stanare gli autori del reato di assenteismo che andava avanti da diverso tempo presso gli uffici comunali del Palazzo Municipale di Sant'Elena.
Belmonte, che per tre mandati consiliari consecutivi, ha retto le sorti amministrative del borgo ai confini con il Sannio, secondo la Procura, avrebbe più volte usato l'auto del Comune per svolgere servizi strettamente personali o familiari: dalla spesa domestica ai viaggi a Roma per accompagnare o prelevare congiunti.
Ogni movimento è stato registrato per inchiodare ciascuno degli indagati alle proprie responsabilità. Alcuni misfatti amministrativi erano in parte già noti alla cittadinanza di Pietradefusi andata al voto sei mesi fa così come le frizioni tra i dipendenti comunali. Il caso ha comunque destato assai scalpore se non altro per il coinvolgimento anche dell'ex primo cittadino e del segretario comunale in una inchiesta destinata a scoperchiare un malcostume diffuso su scala nazionale quello dell'assenteismo dai luoghi di lavoro e, nel caso dell'ex sindaco Belmonte, del peculato e dell'abuso d'ufficio, reati amministrativi rognosi da cui adesso l'ex esponente di punta della comunità pietrafusana dovrà scagionarsi.
Il Mattino