Ciampi: «Stop al cambiamento, colpa di vecchie logiche»

Ciampi: «Stop al cambiamento, colpa di vecchie logiche»
«Gli avellinesi sono dalla parte del Movimento. Il sistema ha commissariato Avellino per avere una rivincita». Così parla Vincenzo Ciampi poco dopo essere stato...

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«Gli avellinesi sono dalla parte del Movimento. Il sistema ha commissariato Avellino per avere una rivincita». Così parla Vincenzo Ciampi poco dopo essere stato sfiduciato dal consiglio comunale. 

Ciampi, cosa vuol dire a chi l’ha mandata a casa in anticipo? 
«Il comportamento dell’opposizione è stato irresponsabile. Non comprendo la loro fretta. Posticipare la sfiducia per affrontare almeno il dissesto in aula sarebbe stato un gesto di coraggio e amore per la città. Qualcuno, invece, ha voluto che non fosse scoperchiato il vaso di Pandora. Gli avellinesi meritavano di sapere prima la verità sui conti pubblici. Dopo il dissesto, tutto sarebbe stato limpido e i cittadini avrebbero potuto scegliere, in modo consapevole, il proprio avvenire».  
Queste perplessità le aveva manifestate ai consiglieri degli altri schieramenti? 
«Certo. L’ho fatto innumerevoli volte. Quando si parla di contenuti o questioni per la città, ho sempre dialogato. Non ho accettato, però, il mercato delle vacche, così come non ho mai pensato di azzerare la giunta per avere qualche voto in più in assise. Chi ha messo fine a questa esperienza amministrativa, invece, ha anteposto interessi o ambizioni personali. Il Movimento 5 Stelle, però, non parla di poltrone, ad Avellino come in tutto il resto del Paese».
Ciampi e la sua squadra si ricandideranno a maggio? 
«Ritornerò a sedermi dietro la scrivania da funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Non sono un politico. Nonostante ciò, non mi tirerò indietro se i cittadini dovessero chiedermi un nuovo impegno per quel progetto che ho avviato insieme al Movimento e che purtroppo, a causa delle vecchie logiche, non ho potuto portare a termine». 
Il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia è stato più volte accusato di essere il sindaco ombra. Si è mai sentito “burattino” di qualcuno? 
«Sibilia è prima di tutto un amico e una persona che conosco da anni. Non c’è mai stato alcuno screzio. Ci siamo sempre ritrovati su ogni punto del programma, sempre nel rispetto dei ruoli. Ho cercato di ascoltare i consigli provenienti da Roma. Un sindaco non può amministrare senza confrontarsi con le altre istituzioni. Tutti i parlamentari sono stati considerati allo stesso modo e i loro consigli, nessuno escluso, sono stati utili per amministrare questa città». 
Le opposizioni la accusano di essere un sindaco dalla doppia faccia, tra realtà e social. Su questi ultimi era lei a scegliere i contenuti?
«Ho scelto i social perché sono il modo più diretto per arrivare alle persone. Non volevo troppi intermediari. Non c’è stata, però, alcuna influenza esterna. Ogni post e ogni commento è sempre passato prima per la mia testa. Non esistono manine, così come non ci sono diktat della rete». 
Ha qualche rimpianto per questi mesi da sindaco? 
«I cittadini delle periferie, per la prima volta, hanno avuto un sindaco che andava a risolvere i problemi a casa loro. È stata data un’accelerazione per sbloccare i cantieri, rendere la città più vivibile e pulita. L’anatra zoppa non è mai stata un ostacolo. Al contrario, non avere i numeri è stato uno stimolo in più per me e i miei collaboratori, persone comuni, oneste e semplici. Sono umano e ho commesso più di un errore. Allo stesso tempo, però, nessuno può dire che quanto di buono fatto, in poco tempo e tra l’altro senza una maggioranza, debba essere buttato nel cestino». 
La «rivoluzione del cambiamento» ora è solo un ricordo? 

«Il cambiamento è partito. Il sistema, dopo 40 anni di clientelismi e malcostume, è stato messo da parte. Gli avellinesi hanno vinto la loro battaglia. Non sono stato bocciato dai cittadini. Il 60 per cento al ballottaggio non lo potrà cancellare nessuna mozione di sfiducia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino