Cinque pini abbattuti sarà strage a viale Italia

Le piante tagliate erano rinsecchite a causa della diffusione della cocciniglia

Cinque pini abbattuti sarà strage a viale Italia
Giù i primi 5 pini pericolanti situati all'interno delle mura della facoltà di Scienze Enologiche di viale Italia ad Avellino. Ieri mattina tecnici e funzionari...

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Giù i primi 5 pini pericolanti situati all'interno delle mura della facoltà di Scienze Enologiche di viale Italia ad Avellino. Ieri mattina tecnici e funzionari del Settore Patrimonio della Provincia, ente proprietario della struttura, hanno coordinato i lavori della ditta specializzata che si è aggiudicato il complesso intervento. Su 38 piante della stessa specie esistenti nell'area che rientra nel Dipartimento di Agraria dell'Università Federico II di Napoli, infatti, ben 19 sono da abbattere. La maggior parte si affacciano sul lato che fa angolo con via Perrottelli, e sono state giudicate pericolanti.

Quelle tagliate ieri, in particolare, erano quasi del tutto rinsecchite, sommando ai problemi di crescita dei fusti quelli derivanti dalla diffusione della cocciniglia. Emblematico, infatti, uno dei pini tagliati il cui interno del suo tronco era completamente cavo. A determinare la scelta di abbattere questi alberi alcuni episodi risalenti ormai ad un paio di anni fa che ne hanno messo in luce l'instabilità. Messi in sicurezza al momento, si è proceduto con una perizia affidata da Palazzo Caracciolo a due esperti agronomi.

Lo studio effettuato non ha lasciato spazio a dubbi o interpretazioni: 16 piante, poi diventate 19, erano da abbattere. Tecnicamente per una «radicazione superficiale» e la «crescita asimmetrica della chioma rispetto al nocciolo centrale d'inerzia». In pratica, importanti deficit di stabilità dovuti al fatto che questi pini all'epoca sono stati piantati troppo vicini e senza tener conto dell'esposizione e, quindi, del successivo orientamento cercato dalla pianta. Ciò ha prodotto una conformazione della chioma che continuando così potrebbe portare a sradicare con il suo peso la pianta dal suolo. Inoltre, molti di questi alberi con il passare del tempo sono stati colonizzati da questo insetto fitofagio che succhia la linfa delle piante e determina la formazione di muffe.

Insomma, secondo i riferimenti della Provincia, un'operazione inevitabile che è stata condivisa anche con il Dipartimento regionale e il Gruppo Carabinieri Forestali. Oltre ad essere stata discussa con la sezione locale di Legambiente Avellino. Del resto anche la prova effettuata con il diagramma di resistenza del fusto ha dato esito negativo. Per gli altri 14 pini da eliminare si procederà tra una ventina di giorni. Mentre si sta programmando il trattamento fitoterapico per gli alberi malati da preservare. In ogni caso, tutti i pini abbattuti saranno sostituiti.
La piantumazione avverrà con esemplari della stessa specie o diversa, come ad esempio la quercia da sughero che pure si stava valutando. Nessuna perplessità sulla necessità di procedere in questo modo anche per la stessa Legambiente che, però, più di un dubbio lo esprime sulla celerità con la quale si è portato avanti un intervento ormai stabilito da mesi ma solo ieri avviato.

«Comprendiamo i tempi della burocrazia - afferma il vice presidente dell'associazione ambientalista locale, Antonio Dello Iaco - specie quando si tratta di procedure che riguardano più enti pubblici ma si poteva agire molto prima».


« Ciò - spiega -avrebbe comportato la possibilità di salvare alcuni di quegli alberi. Ovviamente non stiamo ricercando colpe, semmai bisognerebbe capire perché in passato la manutenzione di questi pini non è stata fatta o è stata eseguita in maniera del tutto superficiale, visti i risultati». Ora dalla Provincia si aspettano, come da accordi presi con gli uffici di riferimento, che si prosegua parallelamente anche con le operazioni previste di ancoraggio e messa in sicurezza degli alberi. Oltre alle cure fitosanitarie su tutte le piante. E aggiunge: «Abbiamo avuto ampie rassicurazioni anche sulla loro sostituzione, l'auspicio è che ciò avvenga in tempi brevissimi».
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Il Mattino