Clan Pagnozzi, indagini chiuse sul racket in Valle Caudina

Clan Pagnozzi, indagini chiuse sul racket in Valle Caudina
Chiusura indagini sugli uomini del clan Pagnozzi operanti nel racket in Valle Caudina. La direzione distrettuale antimafia stringe il cerchio su un gruppo attivo nella Valle...

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Chiusura indagini sugli uomini del clan Pagnozzi operanti nel racket in Valle Caudina. La direzione distrettuale antimafia stringe il cerchio su un gruppo attivo nella Valle Caudina, il pubblico ministero della Dda Luigi Landolfi ricostruisce lo scenario dell'attività di Pietrantonio Morzillo che con altre dieci persone, in particolare il sammartinese Rinaldo Clemente, e i fratelli Biagio, Alessandro e Pasquale Massaro di Airola, è accusato, in concorso, di estorsione e associazione per delinquere con le aggravanti «di aver commesso il fatto avvalendosi della condizioni di assoggettamento e di omertà al fine di agevolare l'organizzazione camorristica clan Pagnozzi». Il clan, scrive il magistrato è «operante nei comuni di Moiano, Montesarchio e San Martino Valle Caudina e paesi limitrofi». L'organizzazione sulla quale si sono chiuse le indagini opera al fine di affermare la supremazia dell'organizzazione dei Pagnozzi sul territorio.


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Diversi gli episodi contestati. A Morzillo insieme a Giovanni Testa, ad esempio si contesta di essere il mandate di diversi episodi estorsivi nei riguardi dell'imprenditore edile di Montesarchio Mario De Simone: telefonate minacciose e buste recapitate a casa contenenti proiettili, oltre a diversi colpi di arma da fuoco esplosi contro la sua abitazione. L'obbiettivo era quello secondo la Dda di ottenere tangenti sui lavori dell'impresa. Ancora a Morzillo gli si contestano altri episodi avvenuti tra novembre e dicembre 2018, come i colpi di pistola esplosi contro una macelleria di Moiano per costringere il titolare a pagare il pizzo. Altri episodi di natura estorsiva sono elencati negli atti dal magistrato (contro i quali gli imputati potranno contrapporre memorie, depositare documentazione o chiedere al pm ulteriori atti di indagine) come gli atti intimidatori contro l'impresa avicola Mauro di Paolisi al cui titolare almeno quattro persone del clan si presentarono richiedendo una tangente da centomila euro. Ancora episodi criminali, sono elencate, in una folle escalation di minacce e azioni violente come quella alla ditta Tenco Project di Paolisi a cui fu bruciato un furgone ed esplosi colpi di pistola contro il portone d'ingresso.

La drammatica situazione della Valle Caudina è documentata dalle inchieste che sono in corso e che sono sfociate in procedimenti giudiziari della Dda. Ma oggi accanto all'attività estorsiva c'è quella più propriamente militare e di riequilibrio delle forze del clan che ha fatto registrare una fase di frattura, dagli imprevedibili esiti, con l'omicidio di inizio settembre del braccio destro di Pagnozzi, Osvaldo De Paola.
g.c.
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Il Mattino