Colpi in banca, a processo la banda della marmotta

In 5 sotto accusa: avevano ideato un ordigno per far esplodere gli sportelli

Il Bancomat saltato in aria in Vallesaccarda
Facevano saltare in aria i bancomat, rinviati a giudizio i cinque componenti della banda della marmotta. Il gup del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi ha stabilito che i...

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Facevano saltare in aria i bancomat, rinviati a giudizio i cinque componenti della banda della marmotta. Il gup del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi ha stabilito che i cinque imputati dovranno affrontare l'istruttoria dibattimentale. Il processo inizierà il prossimo 8 giugno davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Lucio Galeota. Il gup Marcello Rotondi ha emesso sentenza di proscioglimento per quattro dei cinque imputati solo per il reato di furto di automobili utilizzate per la commissione dei reati programmati.

Proscioglimento dettato dall'assenza della querela da parte della persona offesa, in base alle modifiche apportate dall'introduzione della Cartabia. I cinque componenti della banda: Elvira De Stefano, residente da anni a Cervinara, Michele Antonio Forte di Foggia e residente a Lucera, Guirino Lombardi residente a Roccabascerana, Michele Morelli di Foggia e Fabio Pasca residente a Monteroni in provincia di Lecce - difesi dagli avvocati Ennio Napolillo, Giovanni Berardi, Rosario Marino, Rolando Iorio, Antonio Leone e Ettore Censano - sono accusati di associazione a delinquere al fine di commettere una serie indeterminata di delitti, tra cui la fabbricazione, porto, detenzione e ricettazione di esplosivo e materiale esplodente, danneggiamento e furto in danno di istituti bancari ed uffici postali mediante l'inserimento, con successiva deflagrazione, nello sportello automatico di erogazione del denaro, di un ordigno denominato "marmotta", al fine di impossessarsi del denaro contenuto.

Contestata la condotta perdurante e le aggravanti dell'associazione armata. Nell'organizzazione criminale i cinque componenti ricoprivano ruoli ben precisi: Michele Antonio Forte erano i promotori ed organizzatori, oltre che esecutori materiali dei colpi agli istituti bancari o postali. Ai due era affidato anche il compito di individuare gli obiettivi da colpire, organizzare e pianificare quali mezzi utilizzare durante il colpo, dei tempi e dei modi dell'azione delittuosa da compiere.

L'imputato Fabio Pasca ricopriva il ruolo di intermediario, mentre a Guirino Lombardi era stato affidato il ruolo di esecutore materiale dei delitti e quello di basista dell'area avellinese -beneventana. Elvira De Stefano, unica donna della banda, invece ricopriva il ruolo di vedetta e doveva avvertire gli altri componenti dell'intervento dei carabinieri al fine di garantirgli la fuga tempestiva. Agli imputati la pubblica accusa gli contesta anche la detenzione di materiale esplodente per la fabbricazione della bomba detta "marmotta, efficiente e pronta all'uso con portata micidiale per poter far saltare gli sportelli bancomat. Diversi i colpi contestati dagli inquirenti ai cinque componenti della banda: ben tre compiuti solo a Roccabascerana, uno a Pannarano, uno a Pietrastornina, uno a Montesarchio e due a Ceppaloni. In qualche caso la banda è scappata a mani vuote, in quanto una volta i soldi sono andati bruciati nell'esplosione e in un'altra sono stati macchiati con l'inchiostro e quindi resi inutilizzabili. Il pubblico ministero Antonella Salvatore ha firmato gli avvisi di conclusione indagini per la vedetta della banda nel novembre scorso.
 

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Il Mattino