Colpo di scena alla Sidigas, il Tribunale revoca Scalella

C'è un nuovo Cda con l'avvocato Ridolfi alla presidenza

Dario Scalella
Sidigas spa, revocato anche Dario Scalella. Il nuovo custode giudiziario, Lorenzo Palmerini, ha infatti chiesto e ottenuto la revoca dell'amministratore delegato...

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Sidigas spa, revocato anche Dario Scalella. Il nuovo custode giudiziario, Lorenzo Palmerini, ha infatti chiesto e ottenuto la revoca dell'amministratore delegato dell'azienda, Dario Scalella dopo quella del custode giudiziario Francesco Baldassarre avvenuta ad ottobre scorso.

Revoca determinata dal parere favorevole espresso dal gip del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi. Al posto di Scalella subentra l'avvocato Fabio Ridolfi, con il ruolo di presidente del nuovo Consiglio d'amministrazione di Sidigas, composto dagli altri due professionisti, ovvero Angela Pierro, amministratore delegato, e Roberta Carpentiero, consigliere senza delega. Completamente modificata l'amministrazione giudiziaria alla guida della società di distribuzione di gas , divenuta necessaria a fronte del maxisequestro milionario all'ex patron Gianandrea De Cesare, accusato di evasione fiscale e autoriciclaggio.

Il primo ad essere revocato ad ottobre scorso è stato Baldassarre, il precedente custode giudiziario nominato dalla procura di Avellino, che a seguito delle denunce dello stesso De Cesare finì sotto inchiesta della procura di Roma con le accuse di peculato e concussione. Ora stessa sorte anche per Dario Scalella che a sua volta aveva ricevuto la nomina da Baldassarre.

Le revoche si sono rese necessarie dopo l'invio degli atti dal pubblico ministero di Napoli, Danilo De Simone, al pm del tribunale di Avellino «a seguito di un collegamento investigativo ed accertamenti che suggeriscono l'opportunità di una sostituzione del custode giudiziario». Ragioni che lo stesso magistrato condivide integralmente. Revoca determinata da alcune denunce presentate dai legali di Gianandrea De Cesare (difeso dagli avvocati Luigi Tuccillo e Claudio Mauriello) e Bruno Del Vecchio (difeso dall'avvocato Massimiliano Moscariello) per il compenso percepito dall'amministratore della società Dario Scalella, circa 1 milione di euro annuo e la svendita dei beni della società.

Dunque al centro dell'indagine - aperta inizialmente a Roma e coordinata dal pubblico ministero Spinelli e successivamente trasmessa a Napoli - è finito l'utilizzo improprio dei fondi Sidigas, nonché l'auto-assegnazione di stipendi e benefit ritenuti onerosi e ben oltre i prezzi di mercato, così come le consulenze esterne di cui si sono avvalsi.

Dunque dai legali di De Cesare è stata contestata la cattiva gestione dell'azienda da parte del custode giudiziario e dell'amministratore che avrebbero dovuto custodire e non svendere come a loro dire sembra sia accaduto per l'elicottero e per la squadra di Calcio. Le indagini hanno inoltre evidenziato una serie di presunti illeciti, a loro avviso compiuti da Baldassarre e Scalella sui beni e il patrimonio della società partenopea di distribuzione di gas. Gravi le ipotesi di reato al momento contestate prima dalla procura di Roma che aveva aperto un fascicolo, trasmesso successivamente alla procura partenopea: per il custode giudiziario Baldassarre l'accusa è di concussione reiterata, peculato e abuso d'ufficio in concorso, mentre per l'ormai ex amministratore della società Dario Scalella le accuse provvisorie sono di peculato e abuso d'ufficio in concorso. Nel frattempo si attende la decisione del tribunale di Avellino in merito alle richieste avanzate dai legali di De Cesare, che ha richiesto il dissequestro delle sue quote societarie e quelle di Angelo Antonio D'Agostino, che ha presentato un'offerta di 58 milioni di euro per l'acquisto delle reti, previo fitto della durata di un anno.
 

 

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Il Mattino