Era nascosto all’interno di un marsupio il coltello a serramanico. L’arma da taglio era accuratamente custodita nella stanza dove dal 26 agosto, giorno del cruento...
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Difatti, il coltello, una volta rinvenuto, è stato subito posto sotto sequestro e consegnato al reparto speciale dell’arma dei carabinieri, chiamato a verificare l’eventuale presenza di tracce di sangue della ex professoressa. Dunque, proprio dagli accertamenti dei Ris potrebbe arrivare la svolta nella risoluzione dell’omicidio della 63enne avellinese, ma da anni residente a Seriate, con tutta la sua famiglia. L’unica cosa certa, al momento, è che quel coltello è stato tenuto nascosto da Tizzani, unico indagato per la morte della moglie, e non è stato mai consegnato agli inquirenti che dal 26 agosto, nel tentativo di trovare l’arma del delitto avevano setacciato per intero la villetta di via Montecampione, dove la coppia risiedeva, provvedendo a sequestrare tutti i coltelli presenti in casa.
I militari nel tentativo di ritrovare l’arma del delitto hanno effettuato le ricerche perfino nei tombini e nei garage delle costruzioni residenziali della zona. Ma dell’arma nessuna traccia, fino a ieri. Saranno i rilievi scientifici dei militari a stabilire se sia trattata di una mera dimenticanza del 68enne che non ha mai consegnato quel coltello agli inquirenti o il tentativo, rivelatosi vano di celare l’arma del terribile omicidio. Il 68enne non ha fornito alcuna spiegazione ai militari che hanno ritrovato il coltello. Antonio non ha provato a giustificarsi. Nei prossimi giorni la possibile svolta conclusiva al delitto di Seriate. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino