Comune di Avellino, bilanci non approvati e l'opposizione attacca: «Siamo alla paralisi»

Comune di Avellino, bilanci non approvati e l'opposizione attacca: «Siamo alla paralisi»
Amministrazione comunale finanziariamente incatenata per la mancata approvazione dei bilanci e prefettura ufficialmente in pressing. Il rappresentante del governo, Paola Spena, ha...

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Amministrazione comunale finanziariamente incatenata per la mancata approvazione dei bilanci e prefettura ufficialmente in pressing. Il rappresentante del governo, Paola Spena, ha chiesto al capoluogo «notizie ad horas». Spena lo ha fatto in una missiva in cui ha segnalato la «mancata comunicazione dell'approvazione dei documenti contabili», spiegando che «le voci sull'ulteriore differimento dei termini al 15 settembre» non sono fondate. Ci era cascato, infatti, anche il Comune di Avellino. Il prefetto, che aveva scritto la lettera nei giorni scorsi, ne aveva concesso ancora «sette di tempo». Poi la prefettura avrebbe potuto «porre in essere si legge nell'atto - gli eventuali interventi sostitutivi o repressivi previsti dalla legge». Ma anche questo tempo è scaduto e l'amministrazione Festa non ha ancora fissato nemmeno le date dei Consigli comunali in cui i due bilanci, Consuntivo e Previsionale, andranno approvati. Oggi, alle 15, è prevista la conferenza dei capigruppo. Mai in passato il Comune si era ritrovato in queste condizioni.

Se il Bilancio Consuntivo 2020 è corredato anche del parere dei revisori, il previsionale, licenziato in giunta il 6 agosto, è ancora in attesa del responso. In più, fatto anche qui inaudito, nessuna delle due pratiche fondamentali è passata, né passerà, in commissione Bilancio, per il relativo parere consultivo. Bloccata economicamente per la mancata approvazione degli strumenti finanziari, l'amministrazione Festa è attualmente priva anche delle commissioni permanenti. Uno stallo totale che si ripercuote concretamente sulla città. Senza il bilancio di previsione la gran parte dell'anno 2021 è trascorsa con l'amministrazione «in dodicesimi». Cioè vincolata alle medie mensili del 2020 e senza la possibilità di fare nuovi investimenti. Di qui l'immobilismo amministrativo di questi mesi su tutte le questioni aperte.

Ferdinando Picariello, alfiere del Movimento Cinque Stelle a Palazzo di Città, mette il dito nella piaga: «La città è ferma da 8 mesi, per l'impossibilità di attuare qualsiasi attività che comporti investimenti». Dalle grandi opere pubbliche alla manutenzione ordinaria delle strade, dall'affidamento in gestione delle strutture, per esempio il teatro, agli incarichi più importanti, come quello più volte annunciato di un monitoraggio ambientale sul problema dello smog, - accusa Picariello - «si è tirato a campare». «Questi ritardi non si comprendono. continua - Evidentemente si sono palesate difficoltà che venivano nascoste e la situazione non era cosi tranquilla come la descriveva l'assessore alle Finanze, Cuzzola». Il settore Finanze ha dovuto fare i conti, infatti, con la tegola del Fondo anticipazione liquidità, figlia di una sentenza della Consulta che ha pesato per 10 milioni sui conti dell'ente. E il previsionale è stato approvato in giunta, anche questa è una novità, due volte. «Temiamo per la città dice il consigliere di opposizione perché la mancata approvazione dei bilanci sta generando disagi per tutta la popolazione. Siamo in un blocco totale chiosa -, sia politico, con la vicenda delle commissioni, che amministrativo, con i conti e gli investimenti congelati». Dino Preziosi aveva ammonito già l'anno scorso l'amministrazione sulla vicenda Fal e sulla mancata corrispondenza di alcuni crediti vantati dal Comune: «E infatti ricorda dopo la mia segnalazione, la giunta ha dovuto annullare il bilancio di previsione approvato ad aprile, e predisporne un altro. Aveva colpevolmente sottovalutato la vicenda e ora è costretto ad approvare il bilancio, se tutto va bene, a settembre». Significa che quelle previsioni varranno per soli 3 mesi. «Siamo al ridicolo - continua Preziosi - Un previsionale che sembra un consuntivo, si convocano conferenze dei capigruppo quando gli atti non ci sono ancora. E poi abbiamo le commissioni bloccate dalla maggioranza, che non vuole essere controllata. Mai in passato eravamo arrivati a questo punto». 

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Il Mattino