Coronavirus, il medico campano: «Così è guarita Lina, a 103 anni»

Coronavirus, il medico campano: «Così è guarita Lina, a 103 anni»
Gli eroi oggi indossano il camice e la mascherina. Non volano sulle ali della fantasia ma assistono e curano i pazienti affetti dal Covid-19 nelle corsie e nelle terapie intensive...

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Gli eroi oggi indossano il camice e la mascherina. Non volano sulle ali della fantasia ma assistono e curano i pazienti affetti dal Covid-19 nelle corsie e nelle terapie intensive degli ospedali. All'eroismo sensazionale montato sull'onda emotiva dell'emergenza, nazionale Raffaele De Palma, noto immunologo di Pratola Serra con la passione per la chitarra, professore ordinario di Medicina Interna e da dicembre primario nel reparto di Medicina Interna a Orientamento Immunologico e Medicina Traslazionale al San Martino di Genova, preferisce piuttosto i risultati concreti conquistati sul campo con impegno e competenza.


E tra quelli più recenti, e senza dubbio gratificanti, vi è la guarigione da primato mondiale, quella di Lina, paziente di 103 anni, soprannominata non a caso Highlander, contagiata dal coronavirus e ricoverata nel reparto guidato dal prof De Palma, reparto riconvertito e destinato integralmente ai malati Covid. De Palma ha seguito personalmente il caso della vegliarda ligure che ha visto due guerre mondiali e adesso ha sconfitto il Coronavirus grazie comunque alla terapie che si stanno sperimentando nel principale nosocomio della città della lanterna con l'impiego di un farmaco antivirale, Remdesivir.

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«Siamo diventati un hub per la Liguria - ha esordito il primario irpino ancora sorpreso dalla ripresa miracolosa di Lina diventata la mascotte del reparto - Al momento ospitiamo ventidue pazienti positivi, ma manteniamo ancora un'ala del reparto pulita', come si dice in gergo, con sei malati risultati per fortuna negativi al secondo tampone». Questo è il tempo della speranza non certo delle annose polemiche per la sanità in affanno colta quasi di sorpresa dalla pandemia, la peggiore dell'ultimo secolo. E anche il tempo della gioia per la salvezza di una degente ultracentenaria. La storia della signora Lina, fans sfegatata di Valentino Rossi e appassionata di Formula 1 e dei Queen, la sua contagiosa vitalità e la sua prodigiosa ripresa hanno impressionato pure il prof De Palma. «Il caso della paziente guarita, tra le più anziane al mondo- ha commentato il primario del San Martino - è un soffio di speranza nella tempesta che stiamo vivendo quotidianamente. Il miglioramento di Lina, alla vigilia del suo 103esimo compleanno, è stato inaspettato, e ha rincuorato tutti noi che stiamo lottando contro il Covid-19, un virus più contagioso che letale».

Un virus comunque aggressivo e spietato, ancora ignoto alla scienza. De Palma e il personale sanitario che coordina non si risparmiano, e soprattutto non si danno per vinti. Adesso poi si sentono ancor più motivati, e fiduciosi. La guarigione della signora Lina ha infatti risollevato umore e morale di medici e infermieri impegnati sulla linea del fuoco a contrastare un nemico immateriale. L'esultanza cede il passo allo smarrimento, e dà la carica per riprendere la guerra quotidiana al coronavirus. «Adesso però - ammette, e fatica a nascondere l'amarezza, il prof di Pratola Serra - iniziamo ad avere anche qualche giovane tra i ricoverati. L'età dei contagiati si è abbassata. Sono una minoranza, certo, ma è pur sempre un segnale inquietante. Gli anziani ricoverati per Covid-19 hanno quasi sempre una storia clinica complicata, e compromessa da patologie pregresse. Siamo in prima linea pure qui a Genova. Ho assistito all'aumento dei contagi, e all'aggravamento dei pazienti. Stiamo facendo l'impossibile per salvarli».


Stanchezza fisica e sconforto psicologico tradiscono anche gli scienziati. Ci si trova davanti a un fenomeno virale senza precedenti. Poi in reparto, al San Martino di Genova, è arrivata una degente davvero speciale, ospite di una casa di riposo, prossima a spegnere 103 candeline, e il morale del personale sanitario è mutato grazie all'imprevisto e positivo esito finale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino